Lafert chiude lo stabilimento di Fusignano: produzione concentrata a San Donà di Piave

Lafert S.p.A., azienda veneta nella progettazione e produzione di motori elettrici, ha annunciato la chiusura del suo stabilimento produttivo di Fusignano, operativo da circa 30 anni. La decisione comporterà il trasferimento delle attività produttive al quartier generale di San Donà di Piave, con il coinvolgimento di 60 dipendenti per i quali sono previste misure di sostegno alla rioccupazione.

La chiusura, prevista per il 31 marzo, giunge dopo quasi due anni di ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria per fronteggiare la carenza di volumi e il rallentamento della produzione. Lo stabilimento di Fusignano, specializzato in motori asincroni monofase e trifase a bassa personalizzazione, ha sofferto la concorrenza di prezzo dei produttori esteri, in particolare cinesi, che hanno ridotto i tempi di consegna grazie a nuovi hub logistici europei.

«Purtroppo, la fascia di prodotto realizzata a Fusignano è fortemente colpita dalla concorrenza di prezzo dei produttori esteri, Cina tra tutti, che hanno modificato la loro logistica grazie ad un hub in territorio europeo che consente loro di abbattere i tempi di consegna», ha spiegato Cesare Savini, amministratore delegato di Lafert S.p.A.

L’azienda ha avviato un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali per discutere le soluzioni di tutela per i lavoratori, con l’obiettivo di favorire la loro ricollocazione presso altre realtà produttive del territorio. La concentrazione della produzione a San Donà di Piave mira invece a ottimizzare le economie di scala e i costi fissi del Gruppo, parte della giapponese Sumitomo Heavy Industries.

«Un insieme di fattori che negli ultimi due anni ci ha portati a ricorrere alla Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria, con la speranza di una ripresa, ma non arrivano dal mercato segnali di una possibile inversione di tendenza. Pertanto, ci vediamo costretti a prendere questa decisione dolorosa. A tutti i lavoratori e le lavoratrici va la mia solidarietà e quella del Gruppo, che manifesta la piena disponibilità a dialogare con le parti sociali al fine di favorire la rioccupazione del personale presso altre aziende della zona, con tutti gli strumenti a nostra disposizione», ha concluso Savini.

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