In Veneto il PIL regionale si ferma allo 0,8%: aumenta la cassa integrazione e Transizione 5.0 non aiuta

Situazione difficile per l’economia del Veneto del 2024, con un Pil regionale che, riflettendo la timida crescita nazionale, non riesce a sfondare il tetto dell’1%. A rappresentare questa tendenza è anche l’analisi settoriale delle imprese nell’area di Padova e Rovigo, dove a soffrire è soprattutto l’artigianato e la meccanica, con un aumento della cassa integrazione del 50% per gli artigiani e alla difficoltà nel pagamento di mutui e tasse per le imprese della seconda categoria, gravate dalla diminuzione delle commesse.

Sono questi i dati principali riportati dall’analisi ““Monitoraggio dell’economia dei territori” di Cna Veneto e Centro Studi Sintesi, che attraverso un lavoro di raccolta e analisi dei dati confrontano le principali regioni produttive d’Europa con il Veneto e le sue province.

I dati

Dopo la ripresa economica post-Covid del 2021 (+8,7%) e il successivo consolidamento del 2022 (+4,9%), il 2023 ha segnato una battuta d’arresto, con una crescita limitata allo 0,9%. Le prospettive per il 2024 e il 2025 rimangono fiacche, con previsioni di aumento rispettivamente dello 0,8% e 0,9%. Padova e Rovigo non sfuggono a questo quadro: il numero delle imprese attive al 30 settembre 2024 è sceso a 85.404, l’1,5% in meno rispetto al 2019, con Rovigo che segna una riduzione ancora più marcata (-7,1%).

Le imprese artigiane

Le imprese artigiane subiscono una contrazione significativa, specialmente a Rovigo, dove si registra un calo dell’11,5% rispetto al periodo pre-pandemico. Anche l’export soffre, con un calo dell’1,1% rispetto all’anno scorso, e di un 3,9% nella sola provincia di Rovigo.

Bene il turismo, ma non basta

Il turismo rappresenta una delle poche note positive: nel Padovano, le presenze turistiche sono aumentate del 2,8% nel primo semestre del 2024. A Rovigo, invece, si registra una flessione del 14,4%, mostrando una situazione decisamente più critica.

Cassa integrazione in aumento e difficoltà per i fondi Industria 5.0

La crescente difficoltà delle imprese è testimoniata anche dal forte aumento delle richieste di cassa integrazione per il settore artigiano. Solo nel maggio 2024, oltre 31mila lavoratori erano coinvolti, con un incremento di oltre il 50% su base annua.

Anche il programma Industria 5.0, pensato per stimolare la sostenibilità e l’innovazione con una dotazione di 6,23 miliardi di euro, sembra poco efficace: le richieste di finanziamento nel 2024 sono state meno di 75 milioni di euro. Secondo CNA, il basso utilizzo è dovuto all’eccessiva burocrazia e incertezza sui finanziamenti. Si auspica ora a una rimodulazione degli incentivi, aumentando l’intensità e semplificando i processi per renderli più accessibili, soprattutto alle piccole imprese.

Matteo Rettore, Segretario di CNA Padova e Rovigo, commenta: «Siamo molto preoccupati. per l’accelerazione che sta avendo l’utilizzo di ammortizzatori sociali nella meccanica e nel tessile. Se nel primo semestre dell’anno l’utilizzo di FSBA (la cassa integrazione degli artigiani) è aumentata del 50%, adesso dopo settembre i segnali sono molto più preoccupanti. Sempre più imprese si rivolgono all’associazione per capire come far fronte ad ordini che si riducono o che vengono ritirati. La crisi in Germania, il riposizionamento dell’automotive e altri fattori fanno pensare ad una situazione destinata a durare a lungo».

Ti potrebbe interessare