Estate in montagna: boom di turisti stranieri nel 2024

Sempre più visitatori nelle località montane, che conferma un trend in crescita dalla pandemia di Covid-19, in cui gli italiani si sono avvicinati al turismo montano per gli ampi spazi e il clima incontaminato. Oggi, tuttavia, la spinta alle visite arriva dagli stranieri, sempre più presenti e provenienti da diversi paesi. L’analisi di MontagnaEstate, che ha monitorato un milione di visite e più di 400 prenotazioni, registra questa maggiore diversificazione del pubblico e le nuove dinamiche del settore.

I turisti internazionali

Secondo i dati di JFC per il turismo in montagna, per il periodo estivo sono stati stimati nelle montagne italiane oltre 6 milioni e 538 mila arrivi, in aumento del 1,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. La permanenza media di 11,2 giorni porta a superare i 73 milioni 222 mila presenze nelle aree montane e appenniniche italiane (più 0,8% sul 2023), generando un fatturato complessivo di 5 miliardi 565 milioni di euro. Oltre al consolidarsi di visitatori francesi, olandesi e svizzeri, attratti dal maggior potere d’acquisto, si osserva un crescente interesse da parte dei turisti dell’Est Europa, tradizionalmente legati al turismo invernale, ma ora sempre più presenti anche in estate. La vera novità è l’aumento del turismo extraeuropeo, con un numero crescente di arrivi dagli Stati Uniti e dai Paesi asiatici. Questi viaggiatori, un tempo orientati solo verso mete di lusso, stanno ora esplorando anche altre località dell’arco alpino.

L’eco dei social media (nel bene e nel male)

A contribuire all’aumento dei visitatori, la forte presenza all’interno dei social media delle mete più iconiche ha spinto sempre più utenti a visitare questi posti. Le Tre Cime di Lavaredo, il Lago di Carezza o di Braies hanno assunto rilevanza sempre più internazionale. Le località, tuttavia, non sembrano solo beneficiare di questa notorietà: nei periodi di affluenza più intensi, ci si è dovuti scontrare con l’inadeguatezza dei servizi offerti, non preparati alla gestione di una mole così importante di presenze turistiche, con disagi per i gestori e gli stessi turisti.

Un trend da consolidare

Per mantenere e incrementare questi flussi, le destinazioni montane dovranno affrontare sfide significative. Sarà essenziale adattarsi alle diverse esigenze turistiche, estendendo la stagione da maggio a ottobre e migliorando i servizi. È importante anche gestire i flussi per evitare che alcune località diventino semplici attrazioni per selfie, come accade in alcune città d’arte. Gli operatori dovranno diversificare i mercati per non dipendere troppo da una sola area e rischiare cali improvvisi nel turismo.

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