Unipd, per i dottori di ricerca il lavoro arriva subito

Guadagnano mediamente più di duemila euro netti al mese, cento euro in più rispetto alla media italiana, hanno un altissimo tasso di occupazione e provengono sempre più da atenei esteri: questa la “carta d’identità”, delineata dai più recenti dati Almalaurea, delle dottoresse e dei dottori di ricerca diplomati all’Università di Padova.

«L’Università di Padova continua a investire sulla formazione dottorale, visto il ruolo fondamentale che questi giovani hanno sul sistema della ricerca di ateneo. I dati di Almalaurea ci restituiscono risultati molto lusinghieri: siamo attrattivi e efficaci nella formazione – afferma Massimiliano Zattin, prorettore al Dottorato dell’Università degli Studi di Padova –. Continueremo a insistere sulla strada intrapresa: si è appena conclusa la prima tornata di selezioni per 479 posizioni di dottorato, alle quali se ne aggiungeranno un altro centinaio attraverso un bando legato a risorse PNRR che prevede il co-finanziamento da parte di aziende. Attualmente, il numero complessivo di dottorandi si aggira sulle 2.100 unità, di poco inferiore al numero di docenti strutturati».

Massimiliano Zattin

I DATI

I dati relativi ai dottori di ricerca del 2023 mostrano un’età media al momento del conseguimento del titolo di 30,9 anni, sensibilmente inferiore rispetto ai 32,4 della media italiana. La vocazione internazionale è testimoniata non solo dalla crescente percentuale di dottori che si è laureata in un Ateneo estero (14% contro una media nazionale dell’11%) ma anche dal 59% di dottorandi che ha trascorso un periodo all’estero, superiore a 6 mesi per il 26% di loro (Paesi più gettonati: Francia, Germania e Stati Uniti).

L’attività di ricerca si è svolta in gruppi ben organizzati nell’83,1 (media italiana 78%), è stata supportata da adeguati finanziamenti per il 88,4% dei casi (ben superiore alla media italiana dell’81%) e ha prodotto almeno una pubblicazione per l’85,5% dei dottori (tra questi, il 93,8% l’ha realizzata in inglese).

Questi numeri, estremamente positivi, si traducono in un tasso di occupazione ad un anno dal conseguimento del titolo che raggiunge il 91,1%, con una retribuzione netta mensile di 2012 euro, superiore alla media italiana di 1.902 euro.

Da notare che l’85,5% dei dottori di ricerca è impiegato in professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione, pienamente congruenti quindi con il percorso dottorale appena terminato. In definitiva, il titolo è risultato molto efficace per il lavoro svolto nel 76% dei casi.

 

 

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