Evasione fiscale: Veneto a quota 6 miliardi di euro

La nostra Amministrazione Finanziaria dispone di 190 banche dati collegate digitalmente tra loro. Sono archivi che raccolgono un numero incredibile di informazioni fiscali che se opportunamente incrociati tra loro potrebbero determinare con grande precisione la fedeltà fiscale di ognuno dei 3,8 milioni di contribuenti veneti. Una questione, ovviamente, che riguarda tutti i contribuenti italiani.

Nonostante questa vasta rete di dati, la dimensione dell’evasione fiscale in Italia rimane elevata, ammontando a circa 84 miliardi di euro all’anno, di cui 6,5 miliardi imputabili ai veneti. Questo solleva una domanda provocatoria, posta dall’Ufficio studi della CGIA: se il fisco possiede un’anagrafe tributaria così dettagliata, perché è ancora così difficile individuare chi non paga le tasse?

Se l’Amministrazione Finanziaria dispone di 190 potenziali cartelle per ogni contribuente, capaci di fotografare con precisione la capacità reddituale, i consumi e il livello di ricchezza di ciascuno, non dovrebbe essere complicato stanare gli evasori. Tuttavia, il problema sorge quando l’evasione avviene al di fuori dei circuiti legali, rendendo inefficaci anche le banche dati più dettagliate.

Infatti, se ogni anno gli evasori sottraggono al fisco italiano quasi 84 miliardi di euro e l’Amministrazione Finanziaria ne recupera solo una ventina, è evidente che sappiamo molto su chi è conosciuto al fisco, ma brancoliamo nel buio riguardo chi opera nell’ombra.

Le banche dati non servono solo a combattere l’evasione fiscale. Sono strumenti essenziali anche per elaborare analisi economiche e statistiche complesse, stimando gli effetti delle politiche fiscali in un contesto sempre più interconnesso. Tuttavia, l’evasione fiscale rimane uno dei principali problemi del Paese, e questi strumenti dovrebbero essere fondamentali per costruire un fisco più giusto ed equo.

Secondo una stima del Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’evasione tributaria e contributiva in Italia ammontava a 83,6 miliardi di euro nel 2021. In termini assoluti, le regioni più popolate e con una maggiore concentrazione di attività economiche, come la Lombardia (13,6 miliardi di euro di mancato gettito), il Lazio (9,1 miliardi), la Campania (7,8 miliardi) e il Veneto (6,5 miliardi), sono quelle maggiormente interessate dall’evasione. Tuttavia, la propensione all’evasione è più alta nelle regioni del Mezzogiorno. In Calabria, è al 18,4%, in Campania al 17,2%, in Puglia al 16,8% e in Sicilia al 16,5%. Al contrario, le regioni più fedeli al fisco sono il Veneto (9,5%), l’Emilia Romagna (9,4%), il Friuli Venezia Giulia (9%), la Provincia Autonoma di Trento (8,6%), la Lombardia (8%) e la Provincia Autonoma di Bolzano (7,7%). La media nazionale è dell’11,2%.

In Italia ci sono 43,3 milioni di contribuenti, di cui oltre 42 milioni sono persone fisiche e 1,3 milioni persone giuridiche. Tra le 107 province italiane monitorate dalla CGIA, Roma ha il maggior numero di contribuenti Irpef (2,9 milioni), seguita da Milano (2,4 milioni), Torino e Napoli (1,6 milioni ciascuna). La prima provincia del Veneto è Verona con 711.456 contribuenti Irpef, seguita da Padova con 700.141, Treviso con 665.416 e Vicenza con 650.693.

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