Veneto, boom di dimissioni: +34,7% rispetto al 2019

Molte imprese manifatturiere, edili e dei servizi della regione Veneto stanno affrontando difficoltà nel trovare profili con le competenze adatte. Di conseguenza, mai come ora è cruciale per loro consolidare la fiducia dei propri dipendenti, potenziando una serie di pratiche già in corso da alcuni anni, come:  la corresponsione di retribuzioni più elevate; la trasformazione dei contratti a termine a tempo indeterminato, la possibilità di consentire ai dipendenti orari di lavoro più flessibili; il ricorso a strumentazioni professionali più innovative;  avanzamenti di carriera;  l’implementazione di benefit e di welfare aziendale.

Questo processo di miglioramento del benessere aziendale colloca il Veneto al terzo posto a livello nazionale per la qualità del lavoro, preceduto solo dalla Lombardia e dalla Provincia Autonoma di Bolzano.

Tuttavia, nonostante i progressi compiuti, la tendenza alla ricerca di nuove opportunità lavorative continua. Con l’aumento dell’offerta di lavoro e la diminuzione della domanda, c’è il rischio che le imprese si contendano i dipendenti migliori. Una pratica già diffusa nel Veneto da diversi anni, ma che ha subito un’accelerazione dopo la pandemia.

Secondo l’ultimo approfondimento sulle dimissioni da rapporti di lavoro a tempo indeterminato in Veneto 1 , queste ultime sono in crescita. Nel 2022 sono state registrate 126.534 dimissioni, un aumento del 34,7% rispetto al 2019. Il tasso di ricollocamento entro 7 giorni dalla presentazione delle dimissioni è salito al 56%, aumentando di 4 punti rispetto al 2019. Pertanto, questi dati ci dicono che il numero di coloro che hanno deciso di lasciare il vecchio posto di lavoro per uno nuovo è in aumento. Una decisione, quest’ultima, spesso maturata dopo aver ricevuto un’offerta retributiva migliore e la messa a disposizione di un ambiente di lavoro meno “stressante” del precedente.

Esaminando l’età dei lavoratori veneti che nel 2022 hanno rassegnato le dimissioni, emerge che il 63 % ha tra i 30 e i 54 anni, il 20 per cento è under 30 e il 17 per cento è over 54.

I comparti economici veneti che hanno subito l’incremento più elevato di dimissioni rispetto al periodo pre-pandemico (2019) sono stati il metalmeccanico, il commercio al dettaglio, il terziario avanzato, la sanità e, in misura più contenuta degli altri, la pubblica amministrazione.

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