Concordato Preventivo, Cna: «Buona notizia per le 78mila partite iva padovane»

Sono oltre 78mila, in provincia di Padova, le partite iva che potranno beneficiare del “concordato preventivo” approvato lo scorso 25 gennaio dal Consiglio dei Ministri. Il decreto dà ufficialmente il via libera ad un nuovo strumento di collaborazione tra professionisti, imprese e fisco, che permetterà di semplificare la pianificazione fiscale e, in alcuni casi, anche di pagare effettivamente meno tasse.

Il concordato preventivo biennale si configura di fatto come un accordo tra i titolari di partita iva e l’Agenzia delle Entrate che, basandosi sui dati a sua disposizione, potranno definire le imposte dovute nei successivi due anni. In altre parole, il contribuente (libero professionista o imprenditore) potrà concordare in anticipo le tasse da pagare. Per agevolare il processo, l’Agenzia mette a disposizione dei contribuenti dei programmi per acquisire i dati necessari all’elaborazione della proposta, con una scadenza fissata, per il 2024, al 15 giugno. Mentre gli uffici fiscali di Cna sono già pronti per dare le prime risposte alle decine di migliaia di imprenditori padovani, piccoli e medi, interessati alla misura

Secondo le elaborazioni del Centro Studi di Cna Padova e Rovigo su dati MEF Dipartimento delle Finanze – Dichiarazioni e statistiche fiscali 2021, nel padovano potranno valutare di accedere alla misura sperimentale circa 28.500 professionisti in regime forfettario, a cui si aggiungono più di 26 mila persona fisiche con partita iva soggetti agli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA, gli ex studi di settore) ma anche oltre 11mila società di persone e quasi 12.600 società di capitali (vedi tabella a fine comunicato). Una platea vasta di soggetti i cui ricavi variano in maniera significativa a seconda delle tipologie ma che si aggiravano, nel 2021, mediamente intorno ai 227 mila euro per ciascuna impresa.

“Questa sperimentazione crediamo possa rappresentare una buona notizia per gli artigiani – commenta il presidente di Cna di Padova e Rovigo, Luca Montagnin – perché permetterà loro di sapere in anticipo quale sarà il peso delle imposte, in modo da organizzarsi al meglio ed evitare spiacevoli sorprese. Anche qualora il reddito effettivo dovesse superare la previsione dell’Agenzia delle Entrate, infatti, la normativa prevede che ‘non saranno previste modifiche sul fronte del calcolo delle imposte e dei contributi dovuti’.  Il fatto di poter concordare preventivamente le imposte dovute potrebbe essere anche uno strumento utile per ridurre l’evasione fiscale, che come tutti sappiamo nel nostro Paese è una pesante spina nel fianco”.

“L’utilità del concordato preventivo – conclude Montagnin – è evidente: da un lato semplifica le procedure e dall’altro offre all’imprenditore una prospettiva chiara sui suoi obblighi fiscali, riducendo l’incertezza e promuovendo l’adempimento spontaneo. Inoltre, l’esenzione fiscale sul reddito aggiuntivo incassato incentiva la partecipazione al programma, con la possibilità di ulteriori rinnovi in base ai dati successivi”.

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