L'economia circolare porta a 16 milioni il fatturato della distilleria Castagner

Un giro d’affari che supera i 16 milioni di euro per la distilleria Castagner trainata anche dall’economia cicolare applicata alla produzione.

L’azienda di Visnà di Vazzola, nel trevigiano, è passata dai 13,6 milioni del 2021 a superare i 16 milioni quest’anno, merito anche delle scelte green dell’azienda. La produzione di grappa, per l’azienda, vale ancora il 70% del fatturato, ma un buon 30% è rappresentato oggi dalla valorizzazione dei sottoprodotti che da soli sono cresciuti, negli ultimi due anni, del 55%. La circolarità diventa così anche un vantaggio economico per la distilleria Castagner che da anni investe sulla sostenibilità e sull’autosufficienza energetica grazie alla valorizzazione delle materie residue della distillazione.

Con la farina d’uva si realizza biocombustibile per l’autoconsumo e l’eccedenza viene venduta ai mangimifici per la produzione di cibo per animali. I vinaccioli vergini, estratti prima della fermentazione delle uve bianche, vengono utilizzati nell’industria farmaceutica e cosmetica, i vinaccioli da uve rosse, dopo la distillazione, sono invece venduti agli oleifici che ricavano l’olio di semi d’uva.

«Questi business sono cresciuti, negli ultimi due anni, di un milione di euro – spiega il fondatore Roberto Castagner – sul piano dell’efficientamento energetico oggi siamo in grado di coprire il 25% del nostro fabbisogno di energia elettrica grazie all’installazione di impianti fotovoltaici che saranno ulteriormente implementati nel 2024 per arrivare a coprire il 35/40% di quanto consumiamo».

La distilleria di Vazzola ha studiato anche delle soluzioni per immettere sul mercato delle bottiglie più leggere portando il loro peso da 800 a 600 grammi, riducendo le emissioni di anidride carbonica.

L’azienda Castagner sta seguendo un percorso nel segno del “zero waste” per valorizzare, attraverso il riutilizzo, le materie eccedenti derivate dalla produzione dei suoi distillati. La grappa è già di per sé un prodotto di recupero perché derivante dalle bucce d’uva dopo la vinificazione.

«Realizzare un’autentica economia circolare – conclude Castagner –  è per noi doveroso non solo per contrastare l’emergenza climatica, ma anche per limitare l’impatto degli aumenti delle materie prime sul consumatore finale».

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