Produzione manifatturiera veneta in calo, più sofferenza per i beni di consumo
La produzione manifatturiera in Veneto cala del 1,3%, soffre soprattutto il settore dei beni di consumo. Secondo l’indagine presentata da VenetoCongiuntura di Unioncamere del Veneto c’era da aspettarselo. Nel secondo trimestre del 2023 l’attività manifatturiera della regione, dopo un fine 2022 in stallo e un inizio anno in lenta crescita, registra una frenata con i principali indicatori economici in negativo. Tra aprile e giugno di quest’anno la produzione industriale ha segnato una variazione congiunturale negativa pari a -1,3%. Rispetto allo stesso periodo del 2022 il calo è del -4%.
L’analisi congiunturale sull’industria manifatturiera è stata realizzata su un campione di circa 2.000 imprese con almeno 10 addetti, cui fa riferimento un’occupazione complessiva di oltre 110.000 addetti e un giro d’affari superiore ai 20 milioni di euro.
Le imprese interessate da una diminuzione della produzione crescono dal 30% al 46%. Le cause sono da attribuire alla stagnazione dell’economia mondiale con la riduzione della domanda internazionale e l’andamento economico della Germania, che è partner commerciale primario per il Veneto. A questo si aggiunge l’inflazione insieme ad un altro rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce.
Secondo la tipologia di beni prodotti, diminuisce l’indice complessivo della produzione dei beni intermedi, che registrano un -6,2%, e dei beni di consumo, con un -4,5%. A livello settoriale le uniche attività economiche in crescita rispetto allo stesso periodo del 2022 sono le macchine e gli apparecchi meccanici con un +2,4% e il marmo, vetro e ceramica con un +1,1%. Negative le variazioni di tutti gli altri settori, con flessioni più ampie per le macchine elettriche ed elettroniche con un -6,8%, il tessile e abbigliamento con -7% e la gomma e plastica con -12,7%.
“In parte questo rallentamento era atteso” commenta il Presidente di Unioncamere del Veneto Mario Pozza. “ma non ci aspettavamo un calo degli ordini esteri così pronunciato. Crediamo che il Pnrr sia uno strumento fondamentale e il mondo delle imprese si aspetta che parta quanto prima. La revisione di alcune misure per 16 miliardi di euro è impattante per il sistema economico, confidiamo nell’impegno del Governo per finanziare gli interventi”.