Veneto, gli appalti pubblici penalizzano le PMI: solo il 5% riesce ad accederci
Allarmi arrivano da CNA, e proposte, riguardo all’esclusione delle piccole imprese dagli appalti pubblici. Si tratta di un mercato, quello degli appalti, che ammassa un valore complessivo superiore ai 14 miliardi di euro nella sola regione del Veneto. Tuttavia delle circa 390 mila piccole imprese che rappresentano oltre il 99,3% del tessuto imprenditoriale non agricolo, solo il 5% circa riesce ad accedere ad appalti pubblici. La percentuale è la stessa se si guarda al mercato nazionale, e allora CNA invoca che il nuovo codice degli appalti restituisca un ruolo alle piccole imprese, così importanti per l’economia italiana.
Per CNA i nodi da sciogliere sono diversi: la mancanza di certezza normativa (dal 2016 al 2022 il codice sopracitato ha subito oltre ottocento modifiche), la lottizzazione dei bandi, il subappalto a cascata, la burocrazia eccessiva, la scarsa digitalizzazione delle procedure che penalizza la partecipazione alle gare e l’aumento della soglia di affidamento diretto dalle stazioni appaltanti.
«È necessario un intervento in profondità» è il commento del presidente di CNA Veneto Moreno De Col, il quale aggiunge: «Le piccole imprese necessitano di una maggior considerazione e di una più specifica attenzione da parte delle istituzioni per riuscire ad entrare con più vigore in questo mercato. Per questo vanno recepite le nostre proposte relative allo spacchettamento dei bandi, alla facilitazione agli accessi alle gare, all’aumento della soglia per l’affidamento diretto da parte delle stazioni appaltanti, alla semplificazione delle procedure».
Si guarda anche a ciò che succede all’estero e agli esempi di altri paesi europei ed extraeuropei: «Ma dobbiamo anche guardare agli esempi che ci vengono dagli altri Paesi europei che prevedono in Francia una scorta di lavori a disposizione delle piccole imprese – normativa che in Italia non esiste -, oppure seguire l’esempio che ci viene dagli Stati Uniti con l’introduzione della figura dell’ambasciatore delle piccole imprese negli appalti all’interno delle stazioni appaltanti» si esprime ancora De Col, che auspica infine un cambio di marcia, per evitare che «il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ndr) – si trasformi da opportunità di crescita all’ennesimo treno perduto».
Francesca Ponzecchi