Prezzi benzina, i gestori delle stazioni di servizio: «Nessuna speculazione, colpa del governo»

Non si placano le polemiche riguardo la speculazione sui prezzi del carburante, o presunta tale. Anzi, verrebbe da dire che le polemiche sono appena al primo round, sul ring due visioni totalmente opposte sulla questione. Il dato di fatto di partenza è invece sicuro: dal primo gennaio 2023 il prezzo dei carburanti è salito dopo che il governo Meloni ha abolito il taglio delle accise deciso lo scorso anno dal governo Draghi.

Da una parte abbiamo un fronte che ha individuato la responsabilità delle stazioni di rifornimento nelle anomalie sui prezzi. Questo campo ha accolto con favore l’intervento governativo volto alla trasparenza sui prezzi del carburante, con un decreto ad hoc.

È il caso del Codacons che, attraverso le parole del presidente Carlo Rienzi, esprime soddisfazione per i provvedimenti attuati dallo Stato per migliorare la trasparenza sui listini dei benzinai, pur invocando misure più decisive. «Dopo Procure, Antitrust e Guardia di finanza anche il Governo ha accolto il grido d’allarme del Codacons sulle anomalie che investono i carburanti, con un decreto ad hoc che tuttavia non basta ad affrontare adeguatamente il problema» afferma Rienzi che prosegue auspicando un intervento sulla filiera dei carburanti e sulla formazione dei prezzi alla pompa, dove i numerosi passaggi alzano i costi per gli automobilisti.

Detto ciò, lo stesso Codacons lancia l’allarme sulla «eccessiva fiscalità che investe benzina e gasolio», ovvero il tema centrale del fronte opposto, quello che sostiene fumosa l’accusa di speculazioni dei benzinai sui prezzi del rifornimento.

«Ingiustificati, ingiustificabili e difficili da comprendere» sono i provvedimenti presi dal Governo secondo Eugenio Volpato, presidente provinciale della Figisc-Confcommercio di Vicenza, una delle associazioni che rappresentano i gestori delle stazioni di servizio. Secondo Figisc Confcommercio infatti l’unica componente responsabile degli incrementi dei prezzi del carburante è la reintroduzione delle accise, e non una speculazione dei benzinai che viene quindi vista come lontana dalla realtà.

«Abbiamo in questi giorni assistito ad una girandola di prese di posizione che adombravano azioni speculative da parte dei distributori di carburanti» continua il Presidente Volpato «Eppure basta fare due conti per capire che nulla di tutto questo sta accadendo. “Prezzo Italia”, che è una rilevazione settimanale governativa, ha certificato che nella media dei prezzi dal 1° gennaio all’8 gennaio, il carburante è aumentato, rispetto alla precedente rilevazione, di 0,168 euro/litro per la benzina e di 0,160 euro/litro per il gasolio, ossia in misura minore dell’aumento dell’accisa ivata, pari a 0,183 euro/litro. Insomma gli incrementi dei prezzi rispecchiano, di fatto, l’impatto della reintroduzione delle accise.»

In seconda battuta viene criticato l’obbligo che graverà sulle stazioni di rifornimento di esporre il prezzo medio giornaliero nazionale che, sostiene Figisc Confcommercio, comunica un’informazione fuorviante al consumatore.

La polemica sui provvedimenti governativi riguardo i prezzi del carburante è accesa e si trascina da tempo. Già nel novembre dello scorso anno, ovvero pochi mesi fa, la FAIB – Confesercenti Veneto, Federazione di categoria dei benzinai, aveva commentato con apprensione la notizia dell’imminente sospensione dello sconto sulle accise.

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