Tornano i bachi da seta: in Veneto l'associazione nazionale
Riscoprire l’antico mestiere dal bachicoltore in una chiave moderna e giovane. Il rinnovato interesse per questa attività non è solo folklore, ma è dimostrato dalla nascita di un’associazione di coltivatori di gelsi e allevatori di bachi che, pur essendo localizzata in Veneto, avrà carattere nazionale visto che le adesioni sono arrivate da tutta Italia. L’associazione italiana Gelsibachicoltura è stata presentata stamattina a Mestre da Coldiretti Veneto e punta ad abbinare la tradizione all’innovazione. «Intorno al 1950 in Veneto – ha dichiarato di Fernando Pellizzari neo presidente dell’Associazione Italiana Gelsibachicoltura – c’erano 40mila aziende agricole che allevavano bachi, integrando il reddito già scarso di contadini mezzadri. Ora siamo all’anno zero ma puntiamo a mille realtà sul territorio che possano ritornare alla bachicoltura».
Fondamentale per lo sviluppo della neonata associazione il sostegno di Coldiretti Veneto. «L’equilibrio naturale è stato ripristinato – commenta il direttore regionale Pietro Piccioni – per questo Coldiretti non poteva non prendere in considerazione l’ipotesi concreta di sviluppare politiche economiche orientate a sostenere sia gli agricoltori che hanno mantenuto tecniche ed attrezzature del passato che le nuove generazioni che intendono investire nella filiera».
Chi sono i nuovi bachicoltori?
Ma chi sono i giovani che stanno riscoprendo questo antico mestiere? Molti sono i figli degli ex produttori che hanno conservato strumenti e i segreti del mestiere. Alcuni di loro sono ancora studenti, altri sono già attivi come imprenditori agricoli insediatisi con il Programma di sviluppo rurale. Gli appassionati di questo settore arrivano da ogni parte d’Italia e per questo l’organizzazione da poco costituita ha carattere nazionale. Aderiscono simpatizzanti, imprenditori agricoli, agronomi, florovivaisti, come Giorgio Simionato che nella provincia di Padova a Massanzago ha già piantato 25mila piante di gelso le cui foglie sono necessarie all’alimentazione: «Saranno pronte a settembre» – dice fiducioso.
Nel frattempo due giovani biologi Emanuele Rigato e Pier Paolo Poli nel trevigiano possono fornire mangime e l’abc per partire con l’attività. Titolari di una start up “Smart Bugs”, oltre a promuovere un kit nelle scuole, si occupano di insetti, mosche, larve e addirittura farfalle disponibili per eventi fashion.