Riscaldamento a pellet, Progetto Fuoco: «Obiettivo garantire affidabilità della filiera»

La stagione termica 2022-23 per gran parte del Veneto si apre sabato 22 ottobre, in un contesto mai così incerto: la guerra in Ucraina, la crescita dei prezzi e le difficoltà nel reperimento delle materie prime sono tutti fattori di instabilità che il settore delle stufe e del pellet negli ultimi mesi ha sentito con particolare intensità.

Leggi anche: Riscaldamento, quando si può accendere in Veneto

«Siamo in contatto quotidiano con le aziende produttrici di stufe, settore in cui l’Italia rimane leader nel mondo, concentrando il 70% della produzione europea, e con chi produce e commercializza il pellet» spiega Raul Barbieri, direttore generale di Piemmeti, società del gruppo Veronafiere che organizza Progetto Fuoco,  la fiera di riferimento del settore.

«Di recente abbiamo preso l’iniziativa di far incontrare e dialogare alcune imprese rappresentative del settore – prosegue Barbieri –, che hanno condiviso l’importanza di un dialogo costante, con un obiettivo comune: garantire l’affidabilità della filiera, consentendo ai cittadini di approvvigionarsi senza problemi di pellet. Di recente, dopo alcune oscillazioni nei mesi primaverili ed estivi, le forniture di questo combustibile sono riprese con regolarità».

Pellet e stufe, i dati del settore

Secondo le stime di Aiel – Associazione italiana energie agroforestali, per riscaldare una casa di 100-150 metri quadri servono 2 tonnellate di pellet, oppure 2,7 tonnellate di legna da ardere, generando 10 MWh all’anno. Anche ai prezzi odierni, il riscaldamento a legna o pellet risulta molto più conveniente del gas e delle altre energie fossili. Le stufe di nuova generazione garantiscono un rendimento che supera il 95%, dunque una dispersione termica molto bassa.

Il turn-over tecnologico può portare grandi vantaggi all’ambiente e ai consumatori: oggi in Italia, come mostrano i dati di Aiel, ben il 66% dei generatori di riscaldamento da biomassa ha più di 10 anni, il 19% ha dai 5 ai 10 anni e solo il 15% ha meno di 5 anni. Sostituire una stufa di vecchia generazione con una più efficiente, anche grazie all’incentivo statale del Conto termico, permette di utilizzare una quantità minore di pellet per riscaldare la casa.

«Il messaggio che ci sentiamo di dare – conclude il direttore di Piemmeti – è di grande fiducia verso una filiera che vede ogni giorno al lavoro decine di imprese, accomunate dall’impegno di offrire ai consumatori stufe e pellet di qualità per tutta la durata dell’inverno. Da parte nostra non si ferma il lavoro di promozione al servizio del settore, in dialogo con le aziende e con le associazioni di categoria».

Foto Pixabay

Ti potrebbe interessare