Covid, boom di contagi in Veneto
Si alza la curva dei contagi in Veneto con 6154 nuovi casi giornalieri, portando il numero di attuali positivi poco sopra le 50mila unità. Questo il dato di giovedì 23 giugno. Aumento superiore alla media degli ultimi sette giorni che si attesta sulle 4000 nuove positività. Resta stabile e non preoccupante la situazione degli ospedali con 318 ricoverati positivi e solamente 11 pazienti in terapia intensiva. Sono 1340 le dosi somministrate ieri con 1288 dosi booster ed appena 9 nuove dosi. La copertura vaccinale in regione rimane comunque alta con l’82% della popolazione ad aver effettuato il ciclo completo.
I sintomi delle varianti Omicron 4 e 5
Una delle cause principali di questo innalzamento è l’evoluzione del virus che, con Omicron 4 e 5, diventa estremamente più contagioso ma anche meno pericoloso. I sintomi, febbre alta, dolori diffusi, mal di gola e diarrea, solitamente si risolvono in 3/4 giorni nella maggioranza dei casi. Negli ospedali i ricoverati in gravi condizioni a causa del covid diventano sempre più rari.
L’allentamento delle restrizioni e le aumentate occasioni di socialità danno al virus maggiori opportunità di diffusione. Per questo gli esperti consigliano di indossare la mascherina in luoghi particolarmente affollati o dove non sia possibile mantenere un’adeguata distanza di sicurezza. Altra accortezza utile è disinfettarsi spesso le mani, soprattutto dopo essere usciti da luoghi frequentati o alla discesa dai mezzi pubblici. Mezzi di trasporto, sia a corto che a lungo raggio, sui cui vige ancora l’obbligatorietà di indossare la mascherina FFP2; osservanza non da tutti rispettata che potrebbe incidere sull’incremento dei contagi.
«Non possiamo minimamente paragonare quello che vediamo oggi a quanto abbiamo visto nelle quattro ondate precedenti. Anzi, evitiamo di chiamarla ondata», è il parere di Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. Il virus sta diventando sempre più endemico, perdendo “l’effetto ondate” ma anche la stagionalità: «Si diceva prima che i mesi caldi portassero via il virus, mentre ora vediamo che si è adattato all’ambiente, non solo variando e diventando più contagioso ma anche adattandosi alle temperature».
L’endemizzazione del Covid porterà il comportamento del virus ad essere sempre più simile a quello dell’influenza, secondo Pierpaolo Sileri sottosegretario alla Salute: «È un passaggio dalla pandemia all’endemia e vi saranno delle epidemie, così come accade nel periodo invernale per le influenze».
Il virus fa sicuramente meno paura rispetto 12 mesi fa ma non per questo bisogna abbassare del tutto la guardia. Indossare la mascherina nei luoghi affollati e disinfettarsi spesso le mani sono accorgimenti sempre utili che aiutano a diminuire il rischio di contagiarsi.