Giornata della memoria, Zaia: «Veneto vicino alla Comunità ebraica»
«Sono trascorsi settantasette anni dal 27 gennaio del 1945 quando fu svelata inequivocabilmente al mondo tutta la tragedia e tutta la crudeltà dei campi di sterminio. Una orribile realtà che ha rappresentato il punto finale di un percorso di odio, di persecuzione e di morte a danno di milioni di donne e uomini innocenti, vittime di chi credeva che l’umanità fosse divisa in razze su cui una era destinata al predominio». Queste le parole con cui il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, inizia il suo messaggio in occasione del Giorno della Memoria.
«Primo Levi ha scritto che l’Olocausto è una pagina del libro dell’umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria – aggiunge -. Togliere quel segnalibro, infatti, non solo sarebbe un insulto alle vittime ma significherebbe lasciare che una ferita incancellabile continui a sanguinare nell’indifferenza. Un’indifferenza sempre in agguato che, come già durante l’Olocausto si è dimostrata spesso un punto di appoggio per i persecutori, oggi può impedire di conoscere la Storia e la sua realtà».
«Il Veneto è unito a tutta la sua Comunità ebraica nel celebrare questo giorno – prosegue il Governatore – consapevole che la memoria e la conoscenza sono gli strumenti irrinunciabili per la promozione e il radicamento dei valori della civile convivenza, della tolleranza, della libertà, del rispetto e, contemporaneamente, del contrasto dell’odio, della sopraffazione, del pregiudizio. Le cronache ci raccontano con frequenza che c’è ancora chi si rifiuta di guardare in faccia la realtà della storia, non solo con tesi negazioniste gravissime o battute banalizzanti che vengono insinuate stupidamente attraverso provocazioni vestite di ironia; anche in un periodo storico che stiamo vivendo, in cui tutta la società suo malgrado è stata chiamata a scelte difficili e coraggiose, abbiamo assistito alla diffusione di immagini con parallelismi con le persecuzioni naziste per contestare provvedimenti contro il contagio».
«Il seme della banalizzazione è rischioso quanto quello del negazionismo – dice ancora il Presidente -. Per questo, in questa giornata, sento il rappresentare con orgoglio i veneti nell’onorare i milioni di Ebrei e tutte le altre vittime che non sono tornate dai lager nazisti, di esprimere la mia vicinanza ai superstiti ancora presenti, di rinnovare i sensi di amicizia alla Comunità ebraica con la gratitudine per il ruolo che ha rivestito nel progresso della nostra terra».
«Sono oltre cinquanta – conclude Zaia – i Veneti a cui lo stato d’Israele ha riconosciuto il titolo di Giusto tra le Nazioni per aver reagito all’orrore dell’Olocausto durante la seconda guerra mondiale, salvando persone a loro molto spesso sconosciute. Mentre il mondo era in preda all’odio non hanno voltato la testa dall’altra parte. Se la memoria ci impone di ricordare la tragedia di uno dei momenti più bui nella storia dell’umanità, ci dà anche motivi di speranza».