Veneto, mancano i medici di base: la Regione alza da 1500 a 1800 il numero massimo di assistiti
Mancano i medici di base in Veneto, una carenza storica aggravata dalla pandemia da Covid-19, e la Regione corre ai ripari: non con nuove assunzioni, ma con la soluzione-tampone dell’aumento del numero massimo di cittadini assistiti da ciascun medico di medicina generale. Numero che passa dai precedenti 1500 agli attuali 1800. La decisione è stata presa dalla giunta guidata da Luca Zaia che ha approvato oggi 4 gennaio alcune «disposizioni temporanee ed eccezionali in materia di Assistenza Primaria e di Continuità Assistenziale» su proposta dell’assessore alla sanità Manuela Lanzarin.
Medici di base, quanti ne servono in Veneto
«A fronte di 561 carenze di Assistenza Primaria e di 522 incarichi di Continuità Assistenziale (24 ore settimanali) nel 2021 solo il 40% degli incarichi di Assistenza Primaria e il 4% degli incarichi di Continuità Assistenziale sono stati assegnati» si legge nella delibera varata dalla giunta Zaia.
E ciò, prosegue il testo, «nonostante siano state avviate ed espletate – tramite Azienda Zero – tutte le procedure previste dall’Accordo Collettivo Nazionale per la Medicina Generale vigente (ACN) per l’attribuzione degli incarichi (ossia: in via di trasferimento, in via di inserimento ex graduatoria, in via di assegnazione tramite procedura SISAC – ampliando così la ricerca di disponibilità sull’intero territorio nazionale – e, infine, coinvolgendo i medici frequentanti il Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale, secondo l’annualità di frequenza effettiva). La mancata accettazione, o la successiva rinuncia agli stessi, peraltro, si verifica indistintamente sia in zone disagiate e non, sia in zone centrali».
Le cause di questa vera e propria emergenza? Secondo la delibera di giunta «devono essere individuate in primis nei molteplici pensionamenti in corso dei professionisti operanti ma anche nella nota carenza di medici disponibili a ricoprire gli incarichi, sebbene annualmente siano presenti parecchie centinaia di professionisti nella graduatoria regionale di Medicina Generale (922 nel 2020 e 663 nel 2021)».
La soluzione tampone costa 52 milioni
La situazione legata al Covid è però di vera e propria emergenza. E la giunta veneta ha assunto una serie di decisioni definite dalla Regione «temporanee ed eccezionali, valide, comunque, non oltre il 31 dicembre 2022, con una previsione di spesa massima di circa 52 milioni di euro».
In pratica ogni medico di base in Veneto potrà, su base volontaria, incrementare da 1500 a 1800 il numero dei suoi assistiti. Ciò comporterà un’integrazione regionale all’indennità annua per avere il collaboratore di studio pari a due euro per assistito in carico. Per quanto riguarda i medici di continuità assistenziale è previsto un aumento del compenso previsto dall’Accordo Integrativo Regionale da 32 a 40 euro lordi l’ora.
Nel frattempo la Regione istituirà un Tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali per la medicina generale per trovare soluzioni più durature.