Blum salva 100 ulivi abbandonati in Toscana: «L'innovazione un volano per la sostenibilità»

Salvare cento ulivi abbandonati nella campagna toscana: è la scelta che Blum, società di consulenza nata a Padova e specializzata nel comunicare imprese e progetti d’innovazione, ha fatto in occasione di queste festività. Una scelta che mette assieme innovazione e sostenibilità, due temi chiave nell’attività quotidiana di Blum e assi di sviluppo per il 2022. Il progetto di adozione nasce dalla startup pistoiese Ager Oliva, che da un anno ha salvato dall’incuria 1.200 ulivi abbandonati in Toscana. Un’azione che ha un duplice effetto: tutelare territorio e paesaggio, abbattendo il rischio idrogeologico connesso all’abbandono delle piante, e salvaguardare l’ambiente perché, come emerso da un recente convegno, un uliveto assorbe più CO2 di un bosco.

«Innovazione – sottolinea Francesca Ponzecchi, cofondatrice di Blum con Luca Barbieri e Domenico Lanzilotta – non significa necessariamente tecnologia. Piuttosto, innovazione vuol dire riconoscere un problema e individuare una soluzione. Come fa Ager Oliva, startup che abbiamo accompagnato fin dallo scorso anno supportandone le attività di comunicazione e che oggi sosteniamo adottando cento ulivi abbandonati. Siamo felici di poter contribuire al recupero di una delle ricchezze del Paese e allo stesso tempo affrontare uno dei temi chiave del nostro futuro, la sostenibilità ambientale».

ulivi blum ager oliva

Numeri e nuovi progetti di Ager Oliva

Ager Oliva è partita lo scorso marzo riportando in vita 600 piante in quattro mesi. Ora è arrivata a 1.200, prevedendo un ulteriore raddoppio per il prossimo anno. Finora i campi sottratti al degrado sono stati sei ettari. Il futuro è più che roseo perché si prevede di recuperare almeno 15 ettari di terreni così da restituire vita al patrimonio paesaggistico toscano. Inoltre, l’istituto Diocesano di Pistoia che gestisce i terreni a Vinci, attorno alla casa museo del grande scienziato e artista toscano, ha affidato ad Ager Oliva tre ettari di terreno – che conta seicento piante – abbandonato da oltre dieci anni. Presto quel campo e quelle piante torneranno a vivere e potrà arrivare nelle case di chi adotta quegli ulivi l’olio di Leonardo: un progetto molto ambizioso e di alto valore ambientale, sociale, paesaggistico e culturale.

L’idea e il team

Salvare un ulivo e aderire all’adozione è facile. Sul sito ageroliva.it si sceglie la zona geografica e addirittura la singola pianta. Con il costo di 49 o 59 euro l’anno si potrà poi dare il nome all’albero, fare visita alla pianta e ricevere olio d’oliva extravergine biologico per ogni pianta adottata. Un’altra possibilità, sempre scegliendo l’ulivo ed il nome, è quella di regalarlo ai propri amici, familiari o ai dipendenti della propria azienda, regalando così un pezzo di terra toscana. La procedura è rigorosa: dopo il taglio di eventuali rami infestati e secchi, vengono falciati l’erba e i pruni intorno alla pianta, sistemati gli argini e le fosse limitrofe, tagliati quindi i polloni (rami sterili che tolgono nutrimento all’albero) che crescono alla base del tronco. Poi si passa alla concimatura organica delle piante. Molto spesso gli ulivi abbandonati presentano varie malattie e un’evidente mancanza di nutrimenti. Per questo si interviene con trattamenti biologici per eliminare il problema. Con la potatura, si ripristina la chioma dell’ulivo. Si porta così la pianta nella situazione ottimale per dare il frutto. Tra ottobre e novembre si raccolgono le olive e, in 24 ore, si portano in frantoio per la spremitura a freddo. Lo stoccaggio dell’olio avviene in tini di acciaio per non far modificare le qualità organolettiche, prima dell’imbottigliamento e della spedizione che avviene subito dopo la spremitura.

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