Olimpiadi 2026, si va verso la riqualificazione della pista Eugenio Monti di Cortina per le gare di bob
La Giunta della Regione del Veneto ha visionato le risultanze dello studio di fattibilità condotto per scegliere come e dove svolgere le gare di bob, parabob, slittino e skeleton dei Giochi Olimpici 2026. Dopo aver anche sentito il Comune e la Provincia, che hanno condiviso pienamente le considerazioni, ha preso atto che la soluzione migliore sotto vari profili è quella di svolgere tali gare a Cortina d’Ampezzo e riqualificare la pista attuale “Eugenio Monti”.
Le tre soluzioni prese in considerazione sono state:
- Spostare le gare di bob, parabob, slittino e skeleton ad Innsbruk;
- Riqualificare la pista esistente a Cortina d’Ampezzo;
- Riqualificare la pista esistente a Cortina d’Ampezzo e realizzare un parco ludico sportivo per migliorare la sostenibilità finanziaria nella gestione.
Gli approfondimenti hanno nettamente fatto prevalere la convenienza sulla seconda ipotesi.
«La Regione dopo la candidatura alle Olimpiadi invernali 2026 – sottolinea il Presidente Luca Zaia – doveva sciogliere questo nodo fondamentale per poter organizzare conseguentemente i giochi. Ho ritenuto doveroso ricorrere ad una valutazione tecnica indipendente per analizzare le soluzioni nel dettaglio e scegliere consapevolmente. La nostra attenzione nella scelta è stata e sarà sempre all’indotto sul territorio, sia in termini economici che ambientali».
Innanzitutto va considerata l’importanza delle gare da realizzarsi su tale pista nell’accettazione della candidatura di Cortina per le Olimpiadi. Senza di queste la partecipazione veneta sarebbe stata irrilevante. La conseguenza è l’indotto diretto ed indiretto che questo ha già in parte portato, di investimenti pubblici – già stanziati oltre 700 milioni di euro per nuove infrastrutture viarie – e privati, con l’avvio della sistemazione e riqualificazione delle strutture alberghiere. Da non trascurare, inoltre, che per Cortina, le discipline del bob e dello slittino sono parte della propria storia sportiva e quindi della propria identità. È infatti il luogo dove, importato lo sport dalla Svizzera e dalla Francia per merito del conte Federico Terschak, hanno preso avvio le gare in Italia di dette discipline nei primi anni del 1900, giungendo al primo Campionato Italiano nel 1922 e alle prime Universiadi, evento internazionale, nel 1928. Cortina divenne così la sede per eccellenza del bob italiano. Non a caso la pista attuale è intitolata al grande campione ampezzano Eugenio Monti, detto “Rosso volante”, che molte medaglie vinse negli anni ’50 e ‘60.
Un’ulteriore valutazione a favore è che il rifacimento della pista avverrà su area già dedicata a funzione sportiva, senza aumento del consumo di suolo, e permetterà di recuperare un’area centrale in comune di Cortina, oggi dismessa e abbandonata, ripulendola dei vecchi impianti, che saranno correttamente smaltiti.
La riqualificazione si stima costerà 61 mil di euro, cifra che comprende anche la demolizione e smaltimento dell’attuale e le opere di mitigazione. La somma sarà finanziata da fondi della Regione, con un contributo del Comune e della Provincia, in attesa che vengano assegnate risorse statali dedicate rispetto ai contributi già stanziati. Si dovrà accelerare, per realizzarla in tempo utile, entro dicembre 2024, per poi poter procedere a tutte le operazioni di collaudo da parte delle federazioni. Per questo è stato chiesto al Governo la nomina di un commissario. Dopo i Giochi Olimpici la pista potrà essere utilizzata per ogni gara e campionato, oltre che aperta al pubblico come taxi-bob, affinché tutti possano, se di maggiore età, provare il brivido di una discesa a velocità elevata, accompagnati da un pilota esperto, sia d’inverno su ghiaccio che d’estate su gomma. Si amplieranno in questo modo anche le attrazioni di Cortina. Sarà anche la prima pista da bob al mondo utilizzabile per le paralimpiadi.
La riqualificazione della pista “Eugenio Monti” porterebbe ad avere a Cortina d’Ampezzo l’unica pista a norma in Italia per gare nazionali ed internazionali.
La soluzione di portare le gare a Innsbruk non è apparsa favorevole principalmente per il fatto che anche quella pista ha necessità di sistemazioni e lavori per la messa a norma, con un costo preventivato di circa 27 mil di euro, con tempi risicatissimi, e senza alcun indotto per la nostra area montana.
Quella invece di realizzare insieme alla riqualificazione anche un parco ludico-sportivo non è risultata sostenibile sotto il profilo finanziario – costa circa 25 milioni di euro e non si prevedono entrate sufficienti – e sotto il profilo ambientale e paesaggistico, oltre a ritenere che tale attività esuli dalla strategia di gestione del Sito Dolomiti Unesco.