Venezia, dagli scarti del carciofo di Sant'Erasmo arrivano i cosmetici «green»

Foglie e gambi di carciofo scartati al mercato ortofrutticolo di Rialto diventano prodotti cosmetici green per la salute e la bellezza dei capelli. Tendenzialmente il 60% del carciofo che viene lavorato viene scartato dal mercato agroalimentare. Tutto questo grazie ad un’innovativa startup, costituita da un team di scienziate di Ca’Foscari, con alle spalle un brevetto sul rilascio ottimale di molecole attive anche gli scarti del carciofo troveranno un impiego. La startup, partita da un progetto di ricerca dell’università Ca’Foscari,  finanziata dal fondo sociale europeo, mirando a una cosmesi sostenibile a partire delle materie prime, ha potuto unire il mercato agroalimentare a quello dell’ hairdressing.

Le proprietà del carciofo sono molteplici: depurative, antiossidanti, diuretiche, antinfiammatorie, cardioprotettive, antitrombotiche. In laboratorio queste proprietà vengono catalizzate in prodotti naturali per capelli, tramite ultrasuoni e microonde vengono ottenuti estratti ricchi di sostanze polifenoliche e polisaccaridiche, poi liofilizzate e preparate con le tecniche avanzate sviluppate a Ca’ Foscari.

I prodotti testati hanno dato ottimi risultati, è stato dimostrato che il capello ne trae giovamento e il cuoio capelluto viene delicatamente idratato. Al progetto ha lavorato la ricercatrice Lilia Longo, insieme alle specialiste del laboratorio CatMat diretto dalla professoressa Michela Signoretto, con Federica Menegazzo ed Elena Ghedini. Per la parte scientifica, hanno collaborato il professor Giancarlo Cravotto, e i ricercatori Giorgio Grillo e Silvia Tabasso dell’Università di Torino.

La professoressa Michela Signoretto afferma: «Questo progetto è un esempio di economia circolare ed è in linea con gli obiettivi di sostenibilità dell’ateneo e della città Venezia, infatti, si candida come capitale mondiale della sostenibilità con un’iniziativa che punta al rilancio del territorio pensato in una prospettiva sostenibile con cui la Regione Veneto ha deciso di assumere il ruolo di promotore, sostenendo l’attività avviata dal Comune di Venezia, dagli atenei veneziani e dal mondo istituzionale ed imprenditoriale».

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