Monte Grappa candidato a riserva naturale Unesco

Il Monte Grappa potrebbe diventare una riserva naturale tutelata dall’UNESCO.

L’organo tecnico di valutazione del Programma MAB UNESCO ha espresso giudizio favorevole all’iscrizione nella prestigiosa lista delle Riserve UNESCO per il “Monte Grappa”.

Il dossier di candidatura era stato trasmesso all’UNESCO a dicembre 2020 dal Presidente del Comitato Nazionale Italiano MAB UNESCO, professor Pier Luigi Petrillo, il quale aveva segnalato ai valutatori l’eccellenza del dossier italiano. Arriva ora l’esito di questa prima valutazione positiva. La decisione finale spetterà ora al Consiglio internazionale di coordinamento del MAB UNESCO che si terrà dal 13 al 17 settembre e di cui l’Italia è membro effettivo.

L’area proposta come Riserva della Biosfera “Monte Grappa” copre una superficie di 66.067,3 ettari, coinvolgendo il territorio di 25 Comuni delle 3 province di Belluno, Treviso, Vicenza. L’area include interamente il Massiccio del Grappa, le aree pedemontane che lo circondano e, verso sud, anche le colline e l’alta pianura che lo collegano con la pianura Padana. A est e ad ovest i fiumi Piave e Brenta ne sono confine distinguendo i territori connessi ad altri massicci della fascia prealpina veneta.

«Ancora una volta il Veneto è in prima fila con le sue eccellenze e a un passo da un altro prestigioso riconoscimento da parte dell’Unesco – ha commentato il presidente della Regione, Luca Zaia – arriva un riconoscimento prestigioso per una parte di territorio veneto che racchiude bellezza, storia, unicità, sostenibilità. Da questo punto di vista il Veneto è uno scrigno che passo dopo passo, sta ricevendo il giusto riconoscimento».

Le riserve MAB UNESCO

I territori iscritti dall’UNESCO nella Lista delle Riserve Man and the Biosphere (MAB) UNESCO rappresentano un modello di convivenza armonica uomo-ambiente e offrono, attraverso l’integrazione della biodiversità e della conservazione dei servizi ecosistemici nelle strategie economiche locali, soluzioni per le sfide future dell’umanità. Le Riserve della Biosfera sono anche uno strumento per tramandare alle generazioni future il modus operandi, i comportamenti e le conoscenze per una società sostenibile nel rapporto tra comunità e territorio.

Ad oggi l’UNESCO ha riconosciuto 714 Riserve della Biosfere in cui vivono oltre 250 milioni di persone (Riserve MAB, “Man and the Biosphere”). L’Italia conta oggi 19 Riserve di biosfera già iscritte dall’UNESCO su un totale di 714 siti riconosciuti in 129 paesi. Il record per numero di riserve iscritte spetta alla Spagna che annovera 52 Riserve, seguita da Russia (47), Messico (42) e Cina (32).

Le riserve italiane iscritte sono: Collemeluccio-Montedimezzo Alto Molise (1977), Circeo (1977), Miramare (1979), Cilento e Vallo di Diano( 1997), Somma Vesuvio e Miglio D’Oro (1977), Ticino, Val Grande Verbano (2002, estesa nel 2018), Isole di Toscana (2003), Selve Costiere di Toscana (2004), Area della Biosfera del Monviso (2013, con la Francia dal 2014),  Sila (2014), Delta del Po (2015), Alpi Ledrensi e Judicaria (2015), Appennino Tosco-Emiliano (2015), Collina Po  (2016), Tepilora, Rio Posada e Montalbo (2017), Valle Caonica –  Alto Sebino (2018), Monte Peglia (2018), Alpi Giulie (2019), Po Grande (2019).

Da un punto di vista globale, l’UNESCO è giunta negli anni a riconoscere tali siti al fine di dimostrare sul campo il rapporto equilibrato tra uomo, ambiente e risorse naturali. In quest’ottica le “Riserve” sono considerate:

  • strumento per la conservazione e la valorizzazione della diversità biologica e culturale, dei servizi ecosistemici e della connettività ecologica;
  • modelli di gestione del territorio e di sviluppo sostenibile, attraverso la partecipazione attiva di tutte le componenti, pubbliche e private, del comprensorio;
  • laboratori per la ricerca, il monitoraggio, l’educazione e la formazione professionale, segnatamente nel campo della green economy;
  • piattaforme integrate per promuovere progettualità, specializzazione dei distretti, partnership sul piano locale, nazionale e regionale attraverso il “World Reserves of Biosphere Network”, la Rete Mondiale dei siti MAB.

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