Continua a crescere l'e-commerce: in Veneto le pmi trainano la trasformazione digitale
Le piccole e medie imprese venete sono l’humus fertile della trasformazione digitale. Stando agli ultimi dati di Confartigianato Imprese, nei servizi digitali (individuati da produzione di software, consulenza informatica e attività connesse e attività dei servizi d’informazione e altri servizi informatici), in regione sono attive 7.997 pmi che contano 23.064 addetti, pari ad oltre il 70% del totale degli addetti del settore: in particolare un addetto del settore su due (50%) lavora in microimprese.
Il comparto in esame ha registrato un marcato dinamismo nell’arco degli ultimi cinque anni, con l’occupazione delle MPI dei servizi digitali che è salita del +15,8%. Il Veneto si posiziona infine all’ottavo posto per il maggiore peso degli addetti in pmi dei servizi digitali sull’economia con l’1,33% dietro a Trento con 1,66%, Lazio con 1,60%, Toscana con 1,46%, Lombardia con 1,44%, Piemonte con 1,43%, Friuli-Venezia Giulia con 1,40%, e Marche con 1,34%.
«I processi di trasformazione digitale delle imprese si intrecciano con le dinamiche della ripresa in corso», afferma Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto. «L’economia digitale si caratterizza come un driver del recupero di valore aggiunto dopo la pesante recessione del 2020. La transizione 4.0 sta spingendo la risalita degli investimenti in macchinari e impianti, anche grazie agli interventi della legge di bilancio 2021. La domanda di servizi digitali ed il boom del’e-commerce sono tra gli elementi che stanno alimentando la ripresa. La reazione all’emergenza sanitaria, l’intensificazione dello smart working e l’esplosione di eventi “a distanza” hanno contribuito ad accelerare la transizione digitale delle piccole imprese, con una specifica accentuazione in Veneto».
Digitalizzazione: dopo il Covid un’evoluzione irreversibile
Con l’emergenza Covid-19 sono raddoppiate rispetto a prima della crisi sia le pmi che fanno vendite di e-commerce tramite il proprio sito web sia quelle che vendono in rete mediante comunicazioni dirette come e-mail, moduli online e social network. Un vero e proprio boom: le vendite online nei primi cinque mesi del 2021 crescono del 27,8% su base annua e superano del 60,9% il livello registrato nello stesso periodo del 2019.
Una conferma della crescente propensione alla digitalizzazione delle imprese di minore dimensione proviene dal rapporto dell’Ocse SME and Entrepreneurship Outlook 2021 pubblicato da alcuni giorni, in cui si evidenzia la stretta correlazione tra il grado di restrizione per limitare l’estendersi della pandemia da Covid-19 e l’aumento del livello di digitalizzazione delle imprese. In particolare l’Italia presenta, tra i paesi dell’Unione europea, la più alta quota di micro, piccole e medie imprese che nel 2020 ha aumentato il proprio livello di digitalizzazione: nel dettaglio l’Italia presenta la più elevata intensità delle restrizioni e in parallelo presenta più della metà (51,2%) delle mpmi che ha aumentato il grado di digitalizzazione, davanti alla Spagna (49,0%), alla Francia (43,4%) e alla Germania (31,4%).
«Il supporto alla digital transformation delle pmi italiane – conclude Boschetto – vede Confartigianato Veneto protagonista dell’ultimo miglio con la rete delle sette associazioni provinciali che svolgono attività specifiche di informazione, formazione e consulenza sulle tematiche del digitale rivolte alle imprese associate».
In particolare da un sondaggio condotto da Confartigianato nazionale sul loro ruolo di stimolo e sostegno alla domanda digitale delle imprese attraverso differenti articolazioni organizzative è emerso che, negli ultimi due anni, l’attività prevalente è stata svolta dagli uffici categorie (56,3%) che seguono i settori di impresa e intercettano bisogni e opportunità trasversali a più realtà del medesimo ambito produttivo; dalle società di servizi (50,0%) che offrono direttamente soluzioni consulenziali che hanno assunto una crescente caratterizzazione digitale nelle modalità e soprattutto nei contenuti; dagli enti di formazione (41,7%) con attività a supporto dell’up-skilling e re-skilling delle imprese; dai Digital Innovation Hub (DIH) (33,3%), che rappresentano la rete di front office digitali (2 in Veneto) nati in risposta alle opportunità del “Piano Impresa 4.0” e dagli uffici Innovazione (18,8%).