Veneto, il turismo riparte. Ma un addetto su tre è introvabile
Il Gruppo Turismo di Assindustria Venetocentro completa e rafforza la squadra con la nomina della Vicepresidenza che affiancherà il Presidente Riccardo Ruggiero per il prossimo biennio. L’Assemblea dei Soci riunita nei giorni scorsi a Padova ha eletto all’unanimità le imprenditrici Roberta Basso (Basso Hotels & Resorts, Quinto di Treviso), Vicepresidente delegata per la provincia di Treviso, Cristina Borile (G.B. Thermae Hotels, Abano Terme) e Marilena Lovo (Continental Terme Hotel, Montegrotto Terme), Vicepresidenti delegate per il comparto Termale Euganeo. Una doppia delega quest’ultima, istituita per rafforzare il presidio di un comparto strategico per il rilancio dell’industria del turismo. All’Assemblea è intervenuto Marco Maggia, Vicepresidente nazionale di Federterme- Confindustria.
«L’elezione delle nuove Vicepresidenti con le quali mi congratulo – dichiara il Presidente del Gruppo Turismo, Riccardo Ruggiero – porta energia e competenze per rappresentare al meglio gli interessi e le esigenze di una categoria e di imprenditori che hanno visto in pochi mesi messo a rischio il lavoro di anni e contribuire alla ripresa di attrattività del nostro
territorio, che vanta già due siti Unesco (Orto Botanico, Colline del Prosecco), potrebbe aggiungerne presto un terzo (Padova Urbs Picta), oltre all’unicità del termalismo euganeo. Le nuove deleghe daranno grande impulso in questo senso, nel grande lavoro di squadra con Federterme-Confindustria che ci ha portato risultati molto importanti come l’ampliamento del fondo per le cure termali, esteso anche ai trattamenti riabilitativi post-Covid».
I dati del turismo in Veneto
L’avvio shock anche del 2021 in Veneto (-60% gli arrivi nel primo quadrimestre, -50% le presenze, rispetto allo stesso periodo del 2020; ma -84,7% gli arrivi rispetto al 2019, ultimo anno di normalità, -78,5 le presenze), drammatico per città d’arte e terme (rispettivamente – 75,4% e -80,9 i pernottamenti rispetto al 2019), ha scavato ancora il solco per i flussi turistici di Padova e Treviso, che nel confronto con i primi quattro mesi del 2019, prima della pandemia, hanno perso 618.505 arrivi (-73,5%) e 1.449.985 presenze (-66,3%).
Tra green card e riaperture, i primi segnali per l’estate sono incoraggianti. Le previsioni stimano da giugno a settembre per il Veneto 5,3 milioni di arrivi (italiani e stranieri) che generano 22,4 milioni di presenze, con un incremento rispettivamente pari al +11,4% e al +7,4% rispetto all’estate 2020 (fonte: stima Demoskopika-Unisannio).
Una ripartenza che comincia a trasferirsi alla domanda di lavoro. Sono 2.880 le assunzioni programmate dalle imprese del settore turistico alberghiero di Padova e Treviso nel trimestre giugno-agosto (16.510 in Veneto). Tecnici qualificati dei servizi turistici, chef, camerieri, addetti all’accoglienza: ma per oltre un terzo delle imprese (34,3%) questi profili sono difficilmente reperibili o introvabili.
«Siamo ancora in una situazione difficile e senza precedenti – commenta Ruggiero – che chiede un impegno straordinario a noi come imprenditori e associazione, ma anche, e direi soprattutto, al Governo e agli Enti locali per assicurare interventi adeguati alle difficoltà di un settore in cui molti operatori hanno registrato perdite anche superiori all’80%. C’è l’esigenza di reiterare o potenziare alcune misure indispensabili nell’immediato, come l’estensione del bonus affitti, l’eliminazione della seconda rata IMU e l’estensione della decontribuzione. Ma anche di una visione di medio lungo periodo per costruire un percorso di accompagnamento, sostenere la liquidità e il riequilibrio economico, la riqualificazione delle strutture. Estensione delle garanzie, supporto agli investimenti con il superbonus, un pacchetto di interventi che metta in sicurezza le aziende e ci permetta di continuare a competere in Italia e all’estero».
«In questa delicatissima, e tanto attesa, fase di ripartenza per il turismo – sottolinea il Presidente Ruggiero – sta accadendo qualcosa di paradossale. Con crescente frequenza, gli imprenditori non riescono a reperire le professionalità e i profili normalmente in forza al settore durante i periodi di alta stagionalità. Anche perché il prolungato stop forzato ha spinto molti addetti a trovare nuovi impieghi o preferire il sussidio. È un paradosso che richiede correttivi immediati, anche sul fronte fiscale, come una rimodulazione della tassazione sul lavoro per consentire ai lavoratori di percepire un netto in busta paga più elevato e alle imprese di non finire fuori mercato. La formazione avrà un ruolo sempre più centrale, non solo
per garantire servizi di qualità, ma anche la disponibilità di un numero sufficiente di addetti qualificati, più motivati e incentivati a rimanere nel settore. Il corso di laurea in Hospitality Innovation and e-Tourism di Ca’ Foscari, così come i nuovi corsi lanciati dalla Fondazione ITS Academy Turismo Veneto, anche con il nostro partenariato e di Federterme, vanno proprio in questa direzione».