Edizione, 2020 da dimenticare: passivo di 320 milioni per la holding dei Benetton

Un 2020 nero per Edizione, holding a cui fa capo l’impero industriale e finanziario della famiglia Benetton, che ha chiuso l’anno contraddistinto dallo scoppio della pandemia con un passivo di 320 milioni di euro, in controtendenza all’utile di 55 milioni realizzato nel 2019. É la prima volta dalla crisi del 2008 che l’azienda registra un passivo così pesante.

L’esercizio 2020 è stato caratterizzato dalla marcata riduzione dei ricavi, in calo del 39 per cento,  l’incisivo contenimento dei Costi operativi netti, la riduzione degli Accantonamenti, ammortamenti e svalutazioni rispetto l’esercizio 2019, che scontava l’accantonamento di euro 1.500 milioni, “effettuato dalla controllata Autostrade per l’Italia, correlato al procedimento di contestazione di presunto grave inadempimento a suo tempo avviato a seguito del tragico crollo nell’agosto 2018 di una sezione del Viadotto Polcevera dell’autostrada A10 Genova-Ventimiglia”.

I numeri di Edizione nel 2020

I ricavi dell’esercizio 2020 sono pari a euro 10.915 milioni in diminuzione di euro 7.013 milioni (–39%) rispetto all’esercizio 2019, “per effetto delle restrizioni alle mobilità causate dalla pandemia da Covid 19” si legge nel documento di bilancio. Nel settore Infrastrutture di trasporto, la flessione del traffico sulle reti autostradali del gruppo (–24% rispetto all’esercizio 2019) ha comportato una riduzione di ricavi da pedaggio di euro 2.386 milioni, variazione che sconta anche gli effetti della svalutazione del real brasiliano e del peso cileno rispetto all’euro (negativi per euro 329 milioni) e gli effetti dell’avvenuta scadenza, nell’esercizio 2019, di alcune concessioni riferite al gruppo Abertis (euro 161 milioni); la riduzione dei volumi di traffico negli aeroporti (–75 % rispetto all’esercizio 2019) ha determinato una riduzione dei ricavi per servizi aeronautici di euro 582 milioni. Sono stati rilevati anche minori ricavi (– euro 245 milioni) riferibili alle subconcessioni commerciali aeroportuali e autostradali, anche a seguito delle azioni finalizzate al sostegno delle attività economiche degli operatori nel business oil e ristoro delle concessionarie.

Nel settore Ristorazione la flessione dei ricavi ha penalizzato, in particolare, il canale aeroportuale che ha fatto rilevare una variazione negativa di circa il 69%; il canale autostradale si è dimostrato più resiliente, con una riduzione dei ricavi di circa il 43%. Al 31 dicembre 2020 il 42% dei punti vendita risulta essere chiuso a causa di misure di quarantena e altre direttive governative. Nel settore Abbigliamento e Tessile la chiusura forzata degli esercizi commerciali e le restrizioni alla mobilità hanno comportato una decisa contrazione dei ricavi per i negozi fisici, solo parzialmente compensata dalla positiva performance del canale e-commerce diretto.

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