La protesta di acconciatori ed estetisti: raccolta firme contro le disposizione del decreto aprile

Acconciatori ed estetisti: petizione e raccolta firme in segno di protesta alle disposizione del decreto Aprile, reo a detta dei commercianti del settore benessere di penalizzare ulteriormente la loro situazione, già critica in seguito alle chiusure forzate e al dilagare dell’abusivismo.

«Siamo profondamente delusi -ammette Ennio Mazzon, Presidente del Sistema di categoria Acconciatura ed estetica di Confartigianato Imprese Padova– Il Governo non ha tenuto conto delle nostre argomentazioni e nemmeno della vera e propria mobilitazione popolare innescata dalla nostra raccolta firme avviata solo ieri mattina a cui non si può non dare ascolto. I dati che scorrono sulla piattaforma change.org da ieri mattina è un fiume in piena -sottolinea-. Registriamo una firma ogni 3 secondi, 18 al minuto! Un ritmo incessante che ha portato, in poche ore già 25mila firme di appoggio alla nostra richiesta».

Protesta di acconciatori e estetisti: alto il pericolo abusivismo

La chiusura delle attività legali, infatti, fanno sapere gli artigiani padovani, sta incentivando il lavoro a domicilio da parte di soggetti che si improvvisano parrucchieri ed estetisti ma non ne posseggono i requisiti professionali, non rispettano le norme di sicurezza per poter svolgere l’attività né tantomeno i protocolli anti Covid adottati dal Governo, contribuendo in tal modo alla diffusione del virus.

Il settore, a tutela di clienti e dipendenti, si è dotato di tutte le garanzie necessarie a riaprire saloni di acconciatura e centri estetici nella massima sicurezza, rispettoso delle più rigorose norme e procedure igienico-sanitarie. Non è un caso che saloni di acconciatura e centri estetici, in questi mesi, non abbiano rappresentato fonte di contagio proprio in virtù delle modalità organizzative che hanno adottato lavorando su appuntamento e non generando assembramenti.

«Noi, comunque, non ci arrendiamo -conclude Mazzon- Continueremo, forti dell’appoggio dei nostri clienti, a chiedere al Governo di eliminare il divieto di apertura delle nostre attività nelle zone rosse e altrettanto incomprensibile sarebbe reiterare la discriminazione che nei decreti dello scorso autunno aveva portato alla chiusura dei soli centri estetici. Inoltre, a causa delle difficoltà economiche in cui versano le imprese, procrastinare la chiusura delle attività rappresenta una condanna a morte per molte imprese del settore. Le imprese non riusciranno a resistere ancora per molto. Come Confartigianato, assieme alle altre organizzazioni, chiediamo al Governo segnali immediati di attenzione, permettendo ai saloni di acconciatura e ai centri estetici di riprendere la propria attività anche in zona rossa».

LAVORI GRATIS IN CASA

Molte famiglie soffrono le difficoltà dovute al contagio, che è tornato a farsi sentire fortemente in questi giorni. Sul fronte sgravi, vi diamo due buone notizie:

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