Veneto, la pandemia frena l'economia: assunzioni in calo costante
Veneto, continuano a diminuire le assunzioni: al 28 febbraio 2021 registrate 14.300 posizioni lavorative in meno rispetto all’anno precedente. Nel solo mese di febbraio 2021 registrato un saldo occupazionale inferiore rispetto all’anno precedente: registrate infatti 6.900 posizioni di lavoro dipendente, un risultato inferiore a quello di febbraio 2020 (+8.200), che già denotava un deciso rallentamento rispetto al 2019 (+11.851 nel 2019).
Il saldo continua, quindi, lentamente a peggiorare e al 28 febbraio 2021 ha fatto segnare 14.300 posizioni lavorative in meno rispetto a un anno prima, confermando le difficoltà del mercato del lavoro veneto anche in questo inizio di anno. Sono i dati riportati dall’ultima edizione della “Bussola” di Veneto Lavoro, in riferimento al mese di febbraio di quest’anno.
Veneto, assunzioni in continua diminuzione: i più colpiti
Le assunzioni risultano nell’ultimo mese 30.030, in calo di oltre il 27% rispetto alle due annualità precedenti. Riduzione marcata anche per le cessazioni (-34%), soprattutto per quanto riguarda i licenziamenti collettivi (-78%), quelli per motivi economici individuali (-68%) e quelli legati alla fine dei rapporti a termine (-32%), logica conseguenza delle mancate attivazioni dei mesi scorsi con questa tipologia contrattuale. Le più penalizzate sul versante delle assunzioni risultano essere le
donne (-32%), gli italiani (-28%) e i giovani (-28%). Se le attività che ruotano attorno agli sport invernali vedono ormai definitivamente compromessa l’annata, grosse difficoltà continuano a interessare le attività culturali, in senso lato, la ricettività e la ristorazione, il trasporto aereo, il commercio e il turismo.
Tra gennaio e febbraio, infatti, la flessione della domanda di lavoro si è concentrata principalmente nei servizi turistici (-69%) e nel commercio (-32%), ma non ha risparmiato neppure i settori industriali, a dimostrazione del fatto che il blocco del turnover determinato dal divieto di licenziamento continua a mantenere ingessato il mercato del lavoro. La stagionalità tipica del periodo spinge invece l’agricoltura, che contiene la flessione delle assunzioni al -4,4% e mostra un saldo analogo a quello degli anni precedenti (+11.571 posizioni lavorative).
A livello territoriale: Venezia vede le assunzioni dimezzarsi rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, mentre Verona registra un calo del 25%, così come Padova. Variazioni più contenute a Vicenza (-22%), Treviso (-18%) e Rovigo (-13%). Unica eccezione Belluno, che, seppure su volumi complessivi assai modesti, vede un saldo superiore a quello del 2020 (+753 contro +133) e un lievissimo rialzo delle assunzioni (+1,2%).
Donazzan:«Dati occupazionali preoccupanti»
«I dati sono più che preoccupanti, e sostanzialmente ci restituiscono la fotografia di un mercato del lavoro bloccato ed in arretramento – afferma l’Assessore Regionale al Lavoro del Veneto Elena Donazzan -. I contratti che potremmo definire ‘di accesso’ quali il tempo determinato e la somministrazione segnano dati inquietanti; il saldo positivo tra cessazioni e
nuove entrate è invece anestetizzato dal blocco dei licenziamenti. Stiamo lavorando da mesi con le rappresentanze datoriali e dei lavoratori per prepararci ad affrontare l’onda d’urto dei potenziali disoccupati causati dalla riduzione della capacità delle nostre imprese di far fronte ai propri dipendenti – continua Donazzan – e, quando sarà, dallo sblocco dei licenziamenti stiamo intensificando il confronto, con tavoli settoriali volti ad analizzare nel dettaglio le varie situazioni: un lavoro che ci sarà utile per programmare al meglio le risorse delle politiche attive e gli strumenti di accompagnamento».
Nel 2020 ai Centri per l’impiego della Regione sono state presentate 118 mila dichiarazioni di immediata disponibilità (Did), il 17% in meno rispetto alle 143 mila del 2019. Diminuiscono soprattutto gli inoccupati (-36%), ovvero soggetti alla ricerca del primo impiego, e aumenta la quota delle donne sul totale (dal 55% al 57%). Nei primi due mesi del 2021 la tendenza non è cambiata: – 19,4% rispetto al 2020, con le donne che rappresentano il 54% del totale, gli stranieri che mantengono la loro presenza attorno al 26% e i giovani che vedono aumentare la propria quota sul totale dei nuovi ingressi (48%). La Bussola sul mercato del lavoro veneto nel mese di febbraio 2021 è disponibile nella sezione dedicata del sito di Veneto Lavoro.
Andrea Fasulo
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