«Diversity & Inclusion Index», gruppo Hera 12esimo al mondo
Il gruppo Hera continua a scalare la classifica internazionale nel “Diversity & Inclusion Index” di Refinitiv, uno dei punti di riferimento per gli investitori che guardano con interesse alle imprese impegnate nella promozione di diversità, inclusione e nello sviluppo delle persone. Dodicesima in assoluto e seconda azienda italiana nell’edizione 2020, Hera si conferma inoltre la prima multiutility al mondo.
Anche quest’anno il “Diversity & Inclusion Index” conferma il Gruppo tra le 25 aziende più interessanti al mondo per gli investitori che guardano con favore alle realtà impegnate nella tutela della diversità e dell’inclusione. È ormai noto a livello internazionale, infatti, come le imprese che adottano una politica orientata alla Diversity & Inclusion (D&I) possano ottenere benefici sia dal punto di vista economico sia sociale, in termini di sostenibilità e benessere.
Nell’edizione 2020, che ha preso in esame un campione più ampio pari a oltre 9.000 aziende quotate a livello globale, Hera con un punteggio di 77 punti è risultata la seconda azienda in Italia e 12esima al mondo, migliorando ulteriormente la propria posizione (era 14esima nel 2019). Si è confermata, inoltre, la prima multiutility in assoluto.
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Il “Diversity & Inclusion Index” è un indice ideato e realizzato dal colosso internazionale dell’informazione finanziaria Refinitiv (ex Thomson Reuters), che analizza le performance delle società sulla base di molteplici fattori ESG (ambientali, sociali e di governance) e si focalizza principalmente sull’analisi di quattro aree: diversità, inclusione, sviluppo delle persone e controversie legate all’esposizione sui media. Si tratta di una delle principali attività a livello mondiale di raccolta dati e analisi relativa all’impegno delle aziende su questi temi.
Questo risultato arriva a poche settimane dall’ingresso del titolo di Hera, già quotato nel FTSE MIB da marzo 2019, nel FTSE4Good, l’importante serie di indici etici creata per favorire investimenti in aziende che soddisfano rigorosi criteri in ambito ambientale sociale e di governance.
Riconoscimenti che dimostrano come l’attenzione dell’azienda per questi temi le abbia permesso di ritagliarsi un ruolo pionieristico nel panorama nazionale e internazionale. Già nel 2009, infatti, la multiutility sottoscriveva la Carta per le pari opportunità e l’uguaglianza sul lavoro e nel 2011 introduceva la figura del Diversity Manager che, affiancata da un team di colleghi appartenenti a diverse aree e società del Gruppo, si occupa di ideare progetti in linea con la politica aziendale nell’ambito della valorizzazione delle diversità, pari opportunità e uguaglianza sul lavoro.
Al centro delle politiche del personale del Gruppo Hera è senza dubbio il piano di welfare aziendale, che sostiene i dipendenti e le loro famiglie, per un valore complessivo di 4,5 milioni di euro in servizi usufruiti solo nel 2019.
La multiutility, inoltre, investe da sempre sullo sviluppo di percorsi di carriera interni e personalizzati. In crescita nel 2019 la percentuale di donne nei ruoli di responsabilità, pari al 33%, e la quota di personale femminile, pari al 26,6%, ben al di sopra della media nazionale del settore. Pari opportunità ma anche tanta formazione, con il coinvolgimento nel 2019 del 99,4% dei lavoratori (circa 30 ore in media pro capite, anche in questo caso al di sopra alla media del settore). Senza dimenticare l’utilizzo di innovative metodologie, come Diversity@work, per sensibilizzare tutta la popolazione aziendale alla cultura della diversità e dell’inclusione in azienda.
“L’impegno per il benessere e lo sviluppo dei nostri dipendenti è uno dei pilastri della nostra politica aziendale – commenta Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente Esecutivo del Gruppo Hera – per questo, posizionarci ancora una volta tra le migliori aziende nell’ambito Diversity & Inclusion ci spinge a fare ancora meglio. Continueremo a impegnarci per mettere questi valori al centro dei percorsi pensati per i nostri lavoratori e trasversalmente nelle nostre attività, convinti che diffondere una cultura inclusiva all’interno possa produrre benefici anche per oltre 4 milioni di cittadini che serviamo ogni giorno.”