Doppi turni e recuperi in estate, il piano per riaprire le scuole del Veneto

Uno dei settori più compromessi dall’emergenza Coronavirus, si sa, è la scuola, lasciando a casa milioni di studenti. E ora si iniziano a studiare le ipotesi di riapertura per le scuole del Veneto: chi propone di scaglionare i giovani tra mattina e pomeriggio, chi di recuperare il sabato, chi propone addirittura di dividere la classe tra studenti presenti fisicamente e studenti presenti collegati online. Insomma, ce n’è per tutti i gusti.

Anche se ipoteticamente rimane possibile il rientro il 18 maggio, ormai è chiaro per tutti che le scuole non riapriranno prima di settembre. A quel punto una di queste ipotesi dovrà prendere piede. Quello che è sicuro è che i ragazzi dovranno essere messi in sicurezza, quindi mascherine, guanti e “social distancing” saranno parole che sentiremo ancora per un po’, anche tra i banchi di scuola.

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Le proposte per le scuole del Veneto

Il periodo di isolamento ha tolto agli studenti un elemento importantissimo dell’educazione: lo stare insieme, il dividere spazi e confrontarsi con gli altri ragazzi. Si cerca quindi di farli tornare in aula al più presto possibile: finora le ipotesi più accreditate di rientro sono quella riportata dal Mattino di Padova dell’assessore Elena Donazzan, che propone di suddividere la classe tra chi fa lezione al mattino e chi al pomeriggio. Questo vorrebbe dire doppio lavoro per gli insegnanti – che, secondo l’assessore, potrebbero recuperare le ore di lavoro che non hanno fatto durante la quarantena – o raddoppiare il corpo docente, oggettivamente impossibile.

L’ipotesi che sta raccogliendo più consensi per le scuole del Veneto, e che si prospetta essere più fattibile è quella di suddividere la classe in due gruppi, che si alterneranno tre giorni a testa dal lunedì al sabato: metà studenti presenti in classe, con tutte le precauzione necessarie, l’altra metà da casa, con il tablet, collegato in streaming live alla lezione, in “smart schooling”.

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Lo stop dei presidi: «Basta ipotesi fantasiose»

Nessuna di queste ipotesi sembra convincere Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, che non contempla «ipotesi fantasiose di riaperture delle scuole». «Nella scuola – sottolinea il presidente – ci sono sempre gli assembramenti. Anche se dimezzassimo le classi e facessimo i doppi turni, mattina e pomeriggio, con 12 alunni il distanziamento non c’è. Inoltre c’è l’entrata in aula, l’uscita, l’affluenza dentro gli edifici: e il docente che spiega dovrebbe forse usare la mascherina? No, non è pensabile. Se non ci saranno le condizioni di sicurezza – conclude Giannelli – bisogna continuare con la didattica a distanza. Dobbiamo farcene una ragione».

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