Cinque Pmi venete produrranno 10 mila mascherine al giorno

Cinque imprese tessili raccolgono il guanto di sfida contro il Coronavirus: hanno riconvertito gli impianti e produrranno 10 mila mascherine sanitarie al giorno. A sostenere lo sforzo l’Unione Europea, con un maxi finanziamento di 50 milioni con cui sostenere le imprese che vogliono modificare le linee produttive.

Le protagoniste sono tre piccole imprese vicentine e due veronesi, che hanno risposto all’appello della task-force di Governo e Protezione Civile, e che dovranno lavorare senza sosta nei prossimi giorni con ritmi mediamente di circa 1500-2000 pezzi prodotti e confezionati al giorno.

La proposta è partita a livello nazionale da CNA Federmoda e Confindustria Moda, e vedrà impegnate 200 micro e piccole imprese del tessile in totale, per coprire il fabbisogno stimato di circa 90 milioni di mascherine al mese. Secondo il commissario straordinario Domenico Arcuri lo sforzo unanime consentirà di arrivare già al 50% del risultato in pochi giorni.

«Lo faranno con professionalità e passione – sottolinea Alessandro Leone, direttore generale Cna Veneto ovest – ma soprattutto con grande spirito di sacrificio per il proprio Paese. Questa iniziativa certo consentirà loro di continuare a lavorare, ma è altrettanto vero che si tratta di un’operazione tutt’altro che semplice. I ritmi saranno serrati, e di tempo per adeguarsi alla riconversione praticamente non ce n’è. Ben venga poi la collaborazione con Confindustria, che consentirà di unire l’artigianalità delle nostre imprese a un modello industriale di più ampio respiro, in uno scambio che arricchirà reciprocamente i nostri associati».

«In pochissimi giorni – ha dichiarato il commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri – le imprese si sono messe in rete, senza nessuna rivalità o competizione. Un risultato straordinario che appena una decina di giorni fa, quando sono stato nominato, consideravo utopistico. Grazie al sistema CNA-Confindustria per l’impegno dimostrato».

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