Cassa integrazione in deroga, via alle domande: «In Veneto 200mila lavoratori scoperti»
La Regione Veneto sta approntando le procedure telematiche per raccogliere le richieste di accesso alla Cassa Integrazione in deroga da parte dei datori di lavoro interessati. La Giunta regionale ha infatti ratificato il secondo accordo-quadro sulla Cigs in deroga che consente di dare copertura per un totale di 13 settimane alle aziende e ai lavoratori che in Veneto hanno dovuto sospendere le attività a seguito della pandemia di Covid-19. Il Veneto può contare, al momento, solo su una disponibilità complessiva di 40 milioni di euro, stanziati con il decreto legge n. 9 del 2 marzo scorso.
«Vogliamo dare tempestivamente le prime risposte ai lavoratori dipendenti delle imprese che, in Veneto, altrimenti non sarebbero coperte dagli ammortizzatori ordinari – dichiara l’assessore regionale al lavoro, Elena Donazzan – I due accordi siglati all’unanimità con le parti sociali sono i più estesi possibile nei limiti della previsione del governo, che – sia chiaro – per noi resta ancora insufficiente su due punti: la certezza della copertura totale delle richieste; e, la copertura per larga parte dei lavoratori autonomi, ovvero tutti quelli che per legge sono iscritti a fondi previdenziali di categoria, ai quali il ricorso agli ammortizzatori sociali allo stato attuale delle misure governative non è garantito in modo sufficiente».
Secondo una prima stima, realizzata incrociando i dati di Inps, Veneto lavoro e Camere di Commercio, sarebbero circa 200mila i lavoratori scoperti dagli ammortizzatori sociali ordinari e che avrebbero quindi diritto alla cassa integrazione in deroga. Il fabbisogno regionale stimato è dunque, secondo la referente regionale per il lavoro, di circa 200 milioni di euro al mese. «E’ evidente che il Veneto chiede, e credo si meriti» aggiunge Donazzan, «uno stanziamento adeguato per assicurare idonee coperture a tutti i lavoratori che rimarrebbero esclusi dagli ammortizzatori ordinari».