Pedemontana, dopo il sequestro della galleria 81 operai in cig
Dopo il sequestro della galleria di Malo deciso dalla magistratura vicentina arriva ora la cassa integrazione per gli operai edili della superstrada Pedemontana Veneta. Al termine di un’assemblea con i 150 lavoratori del “lotto 1” del cantiere i rappresentanti sindacali hanno siglato con il consorzio che ha in mano la costruzione della infrastruttura stradale i documenti necessari per avviare la cassa integrazione per 75 dipendenti di SIS e 6 delle ditte consorziate.
Il provvedimento riguarda 81 lavoratori e durerà sino al 15 ottobre prossimo. Si tratta per lo più di lavoratori specializzati nell’attività in galleria. E per ora solo una ventina di operai resteranno a casa in CIG: gli altri verranno ricollocati in altri lotti dei 98 chilometri di cantiere.
All’assemblea e alla firma erano presenti il segretario generale della Fillea Cgil Luca Rossi, il funzionario che ha seguito sin dall’inizio il cantiere Toni Toniolo (Fillea Cgil), il segretario Filca Cisl Roberto D’Amico e il funzionario Feneal Uil Daniele Magri.
I quattro hanno spiegato come le sigle di categoria unitariamente abbiano pensato subito dopo il sequestro del cantiere della Galleria di Malo, avvenuto alla fine della scorsa settimana a salvaguardare il salario dei lavoratori e il loro posto di lavoro, nella certezza che la magistratura faccia la sua parte per chiarire la situazione.
I rappresentanti sindacali si sono detti comunque preoccupati per i reati che sono stati ipotizzati dagli inquirenti, ma hanno anche sottolineato come da parte della dirigenza di SIS siano stati rassicurati sul fatto che i materiali utilizzati per costruire il manufatto tra Cornedo e Malo siano almeno tre volte migliori delle indicazioni progettuali del capitolato.
Intanto ieri 9 luglio i consiglieri regionali Cristina Guarda (Amp), Patrizia Bartelle (Italia in Comune) e Piero Ruzzante (Liberi e Uguali) hanno tenuto una conferenza stampa in cui hanno chiesto «alla giunta regionale e, in particolare al governatore Zaia, di rompere il silenzio e prendere posizione qualora venissero accertate le presunte frodi nell’utilizzo dei materiali impiegati per la costruzione di una delle gallerie della Superstrada Pedemontana Veneta, innanzitutto a tutela dei lavoratori, ma anche dei fruitori dell’infrastruttura e dei cittadini veneti che hanno pagato profumatamente l’opera e che quindi hanno diritto che essa venga eseguita a regola d’arte».