Sindaci e assessori stressati: nella Marca apre lo sportello di mutuo aiuto

Mestiere sempre più ingrato, fare il sindaco, specie nei piccoli comuni a corto di risorse. Non a caso ad ogni tornata elettorale amministrativa cresce il numero di comuni in cui latitano i candidati alla fascia tricolore, e i cittadini si trovano sulla scheda un solo nome, o a volte nessuno.

Per contrastare lo stress da sindaco, a Treviso nasce così uno sportello di mutuo auto-aiuto dedicato soprattutto ai neo-sindaci, neo-assessori e neo-consiglieri, formato da amministratori “anziani”. La novità è messa in campo dall’associazione Comuni della Marca Trevigiana, su proposta della presidente Mariarosa Barazza nel corso dell’assemblea annuale che si è tenuta nel pomeriggio di oggi 26 giugno al Sant’Artemio di Treviso.

«L’ultima tornata amministrativa – è stata l’analisi della Barazza – ha evidenziato un problema mai emerso prima nella nostra provincia, in linea con una tendenza regionale e nazionale: la minor disponibilità dei cittadini a mettersi in gioco nel fondamentale servizio di amministrare la comunità. In sei Comuni è stata presentata solo una lista, e uno di questi, dove purtroppo non è stato raggiunto il quorum, è stato commissariato. Questo ci deve spingere ancora di più a fare squadra tra amministratori locali, a sostenerci reciprocamente al di là degli schieramenti politici, per rendere meno faticoso l’impegno dell’amministrare».

Da qui, la proposta avanzata oggi di formalizzare una rete di amministratori senior che sia di sostegno soprattutto ai “nuovi” con l’obiettivo di non farli sentire soli ma supportati nelle scelte politico-amministrative più critiche. Una sicurezza e un sostegno solidale non solo sotto il profilo tecnico (rispetto al quale l’associazione offre già consulenza gratuita attraverso l’attività dei gruppi di lavoro) ma soprattutto umano e politico.

L’associazione ha già da anni un panel di 12 gruppi di lavoro, formati da tecnici comunali ed esperti, che si riunisce regolarmente per analizzare i problemi della quotidianità amministrativa, ideare soluzioni, avanzare proposte operative, condividere le buone pratiche; gruppi di lavoro, coordinati dal dott. Vittorino Spessotto, che funzionano bene a supporto dell’attività amministrativa sui temi più sentiti dai Comuni: Personale/Organismi di Valutazione, Attività Produttive, Contenzioso Tributario, Contenzioso del Lavoro, Pratiche di Pensione, Lavori Pubblici, Edilizia e Territorio, MarcaContabile, Sociale, Privacy/Anticorruzione, Informatica, Ludopatie e Polizia Locale.

«Amministrare un Comune comporta dei rischi di ordine penale e contabile importante, a fronte di indennità irrisorie e al taglio dei rimborsi spese e di una penalizzazione sul fronte lavorativo e della carriera, e in un clima generale di delegittimazione e sfiducia – continua Barazza -. È per questo che, come dimostra la recente tornata amministrativa, sempre meno cittadini si mettono a disposizione, candidandosi alla gestione del bene comune. È una tendenza che va invertita perché ciò penalizza molto la qualità della nostra democrazia e della convivenza civica».

L’accusa: «Tagli ai fondi e al personale, comuni allo stremo»

Ma non c’è solo il mutuo aiuto tra amministratori. La presidente Barazza punta il dito contro le scelte degli ultimi decenni che hanno reso il mestiere di primo cittadino una corsa ad ostacoli su un campo minato. Anni in cui, in un clima di permanente foga “anti-casta”, si sono distrutti non solo i privilegi ma anche le strutture su cui si basa l’amministrazione locale.

Il J’accuse prende di mira «decenni di tagli di spesa orizzontali ai Comuni che rendono spesso impossibile agli eletti rispettare le promesse elettorali, quel “patto di servizio” fatto con i cittadini da chi si candida», e ancora «la carenza di personale che obbliga alcuni sindaci e amministratori ad assumere ruoli tecnici, amministrativi e contabili, non di loro competenza, per non far chiudere gli uffici comunali», e poi «il taglio al numero di amministratori, che costringe ciascun assessore ad accollarsi numerosi referati con le relative difficoltà, e che ha impoverito la dialettica politica nei consigli comunali».

Nel mirino anche la recente norma cosiddetta “Spazzacorrotti” che secondo l’associazione dei comuni trevigiani «non agevola l’eletto a continuare a mantenere incarichi nell’associazionismo locale (dallo sport alla parrocchia) per fantomatici problemi di conflitto di interesse», anche nel caso di «un professionista, dall’avvocato o architetto, che se entra in un Comune finisce in un ginepraio di conflitti di interesse penalizzante per la sua attività professionale: il che fa sì che molti professionisti si guardano bene prima di candidarsi». A rendere dura la vita del sindaco contribuiscono poi il taglio ai rimborsi spese, l’incertezza normativa, la burocrazia.

«Doveroso l’appello ai parlamentari trevigiani – conclude la presidente Barazza -, che già si sono adoperati per portare all’attenzione del governo la piattaforma sulla finanza locale promossa dall’associazione, affinché lavorino per trovare consenso su provvedimenti che aiutino a ridare all’Ente locale il ruolo che gli attribuisce la Costituzione italiana di pari dignità con Stato, Regioni e Province e aiutino soprattutto a rilegittimare agli occhi dei cittadini il ruolo di chi amministra, una battaglia culturale, quest’ultima, oltre che politica. Se non si interviene d’urgenza su questo fronte il rischio è un impoverimento civile senza precedenti per i nostri territori e le nostre comunità».

Foto: sindaci in visita dal presidente Mattarella, fonte Quirinale.it

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