Pedemontana, nel cantiere di Trissino affiora l'amianto
Cosa contengono i sacchi bianchi che da qualche giorno sono comparsi accanto al cantiere della superstrada Pedemontana veneta a Trissino, nel Vicentino? La segnalazione, pubblicata da un quotidiano online locale, è stata rilanciata dai comitati locali critici sull’infrastruttura in costruzione.
Ora la Regione Veneto diffonde la replica della struttura di progetto della Spv: si tratta di una discarica abusiva di rifiuti frutto di demolizioni, che contengono anche amianto, e che verranno smaltiti in apposite discariche.
«Si tratta di un rinvenimento di materiale di origine antropica, già alla vista definibile come rifiuto da destinare a discarica, probabilmente proveniente da demolizioni, interrato su un’area di circa 270 mq per un metro di profondità, per totali 270 mc circa di materiale» si legge nella nota della struttura di progetto. Il rinvenimento, spiegano i tecnici della Regione, è avvenuto quasi quattro anni fa, il 25 maggio 2015, durante le attività di scavo della trincea dell’infrastruttura in Comune di Trissino, a nord-est del centro abitato.
«Sono state immediatamente interrotte le lavorazioni di scavo per avviare tutte le necessarie e preventive autorizzazioni prima della rimozione. Il materiale, non essendoci evidenze di potenziale contaminazione in quanto materiale inerte, è stato lasciato in giacenza ove rinvenuto. L’area è stata recintata chiudendo eventuali varchi d’accesso, così come previsto dalla normativa».
Dopo aver informato gli organismi competenti, l’Arpav ha campionato il terreno, rinvenendovi materiali interrati derivanti da piccole manutenzioni civili (cemento, pali in cemento per vitigni, coperture) e per l’agricoltura (sacchi in nylon, contenitori in plastica, ecc.) oltre a frammenti di cemento-amianto molto ridotti. Le concentrazioni di amianto erano inferiori a 100 mg per chilogrammo, si legge nella nota, «i rifiuti pertanto potevano essere avviati a recupero o smaltimento presso una discarica per rifiuti inerti e/o non pericolosi».
Un primo decreto dell’allora commissario alla Spv Vernizzi il 6 aprile 2016 apprvava il Piano Operativo per la Gestione dei materiali antropici rinvenuti, ma in seguito si è preferito non trasportare altrove il terreno ma trattare le sostanze in loco, come «terre e rocce di scavo contenenti sostanze pericolose. Nel novembre 2018 il concessionario ha quindi stipulato un contratto per il trasporto e lo smaltimento presso discarica autorizzata con la ditta Vallortigara Servizi Ambientali Spa».
Ora si sta completando la fase di insaccamento, che dovrebbe terminare tra una decina di giorni.