Lavoro: dalla Regione 5 milioni ai progetti per disoccupati over 30
Alla vigilia del Primo maggio, la Regione rifinanzia con 5 milioni di euro i lavori di pubblica utilità per i disoccupati sopra i 30 anni di età. La giunta regionale del Veneto ha approvato un nuovo bando, valido per il 2019, destinato a invitare comuni, enti strumentali e società partecipate a presentare, in partenariato con cooperative, associazioni ed enti del privato sociale, progetti per l’inserimento lavorativo di almeno mille disoccupati over 30, che siano privi di ammortizzatori sociali e di tutele.
«Alla vigilia della festa del Lavoro del Primo maggio – commenta l’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan – aver riconfermato questa misura decennale della Regione Veneto, alla quale hanno aderito quasi il 70 per cento dei comuni veneti e che ha offerto occasioni di impiego ad almeno 3.400 disoccupati nell’ultimo quadriennio, dà il segno di un investimento concreto e operativo nella dignità delle persone e nel valore del lavoro».
Nel 2018 sono stati 66 i progetti di pubblica utilità finanziati dalla Regione con circa 5 milioni di euro, con il coinvolgimento di 253 comuni e occasioni di impiego per 689 disoccupati di lunga durata. Nel 2017 erano stati 228 i comuni veneti ad aver avviato progetti per lavori di pubblica utilità, con un finanziamento regionale di circa 5,2 milioni di euro, che ha consentito di creare opportunità temporanee di lavoro per un migliaio di persone.
Le esperienze di lavoro proposte si sono svolte nei servizi bibliotecari e museali, nel riordino archivi, nella valorizzazione, custodia e promozione dei beni culturali e artistici, nella manutenzione del verde e nell’abbellimento urbano, nella vigilanza di impianti, attrezzature sportive, centri di aggregazione sociale e luoghi pubblici, nell’assistenza agli anziani, nel supporto scolastico, nel controllo del territorio e nella tutela dell’ambiente.
Per il nuovo bando, di prossima pubblicazione, la Regione Veneto finanzia fino a 5 mila euro ogni lavoratore assunto e i Comuni integrano con una somma aggiuntiva pari almeno al 35 per cento della quota pro-capite, per garantire ai destinatari un contratto di lavoro per al massimo sei mesi (minimo 20 ore la settimana) e relativo stipendio, ma anche azioni di orientamento e accompagnamento, e un aiuto nella ricerca attiva di un lavoro.