Futurasun, un brevetto per unire i pannelli solari in un terzo del tempo

Da Cittadella alla Cina, passando per un brevetto che permette di ridurre di un terzo il tempo necessario per unire i pannelli solari uno all’altro. È la storia di Futurasun, azienda che produce pannelli solari, fondata nel 2008 da Alessandro Barin a Cittadella. Qui ora c’è ancora la sede centrale, mentre la produzione si svolge interamente all’estero, principalmente in Asia. Lo stesso Barin da ormai 20 anni vive stabilmente in Cina.

Il team di ricerca e sviluppo dell’azienda, in collaborazione con l’Università di Padova, ha progettato una nuova macchina stringatrice che permette di velocizzare di molto la fase di stringatura, ovvero il processo che unisce e collega più cella fotovoltaiche. Si tratta della fase più importante nella costruzione dei pannelli. L’innovazione, di cui è stato depositato il brevetto, riguarda sia la qualità della saldatura sia la produttività.

«Questa nuova tecnologia, completamente automatizzata e dotata di robot pick and place ad alta velocità – spiegano dall’azienda di Cittadella -, porta la stringatura a 3000 celle per ora, tre volte più veloce dello standard oggi presente sul mercato dei 12 busbar. La qualità del modulo aumenta, il prezzo finale diminuisce, accresce quindi la competitività».

Il nuovo stabilimento in Cina

Questa novità verrà testata per la prima volta in Cina, in un nuovo stabilimento che sarà operativo da maggio 2019, nel più grande distretto del fotovoltaico cinese vicino a Shangai. La fabbrica, che occupa una superficie di 20 mila metri quadri, darà lavoro a 200 persone.

La capacità produttiva dell’azienda passerà così da 300MW a 1 Giga. Si tratta del primo passo di un piano investimenti, il “FuturaSun Giga Project”. Attualmente l’80% delle vendite dell’azienda si concentra in Europa, in cui l’Italia copre la fetta più importante con il 35%. Altri mercati di sbocco sono l’Africa, l’America Latina e l’India.

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