Temporary management, opportunità per il Veneto
«Un’opportunità da cogliere per le Pmi venete, ma anche il segnale che la cultura imprenditoriale sta cambiando». Così Flavio Zelco, referente della sezione nordestina di Atema – associazione per il temporary management, commenta la scelta della Regione di inserire, nel bando per il finanziamento di progetti di ricerca, innovazione e sviluppo sostenibile, gestiti da reti e aggregazioni di impresa (l.13/2014) anche la previsione di cofinanziamento delle spese per il ricorso a professionisti “a tempo”, purché accreditati presso associazioni di rappresentanza o società attive nella promozione del temporary management.
«Finalmente – è il commento di Zelco – il temporary management viene indicato come un’opportunità di sviluppo delle imprese e viene riconosciuto il livello di professionalità richiesto da questa figura: un livello che solo associazioni come Atema, in linea con il Dlgs 13/2013 e Legge 4/2013, sono in grado di sostenere, grazie al loro impegno costante nella formazione e nell’aggiornamento continuo».
Secondo il referente Atema «la pratica di affidare la gestione manageriale di imprese o parti d’imprese a figure altamente qualificate, che prestano la loro professionalità per un periodo limitato perché amano le sfide e possiedono una mentalità aperta al cambiamento è ormai consolidata da più di vent’anni negli Usa e in altri Paesi europei, mentre in Italia resta ancora marginale». «Eppure – continua Zelco – l’inserimento di un temporary manager in azienda spesso riesce a imprimere una vera e propria svolta per la gestione aziendale, perché questo tipo di figure in genere riescono in tempi brevi a individuare i problemi e mettere in atto le risposte necessarie».
Non solo: una recente indagine su un campione di più Paesi di realizzata da Executives online ha rilevato come in Italia i manager a tempo siano scelti principalmente per guidare un progetto di crescita o di trasformazione aziendale che necessita di un cambio di management (42%) o per gestire situazioni di crisi (18%). Nel Regno Unito, dove più forte è il ricorso a questo tipo di figure, le imprese guardano alla soluzione del manager a tempo anche per reperire competenze di alto livello in un settore specifico – marketing, ufficio acquisti, gestione risorse umane…- di cui necessitano per un determinato periodo, scegliendo di assumere un manager “a termine” per gestire direttamente i progetti anziché affidarsi a un consulente esterno senza deleghe operative. «Le imprese venete, molte delle quali ancora fondate sul modello familiare e senza una vera e propria struttura manageriale, faticano non poco a considerare questa opzione, che invece ha grande valore anche per gestire i passaggi generazionali che spesso si rivelano complicati», conclude Zelco.