Treviso, assistenti sociali a rischio precarietà e disoccupazione
Una azione sociale fondamentale, capace di dare vita a forme di coordinamento autonomo tra i professionisti per accrescere l’efficacia degli interventi, ma che purtroppo sconta sempre di più tagli e riduzioni di budget per la spesa sociale con due pesanti conseguenze: riduzione dei servizi per i cittadini e aumento di disoccupazione e di precarietà lavorativa tra gli assistenti sociali. È questo, in estrema sintesi, il quadro su cui confronteranno i 519 assistenti sociali trevigiani convocati venerdì 17 ottobre 2014 dalle 9 alle 13 presso il collegio Astori, via Guglielmo Marconi 22, a Mogliano Veneto (TV), per l’Assemblea provinciale indetta dall’Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto.
Per il Consiglio regionale dell’Ordine veneto si tratta della terza tappa, dopo quella padovana del 14 aprile e bellunese del 21 giugno scorso, di un programma di Assemblee provinciali che punta a leggere la realtà della professione nei diversi territori, ascoltare la voce dei colleghi, rilanciare l’azione di coordinamento, aggiornamento e tutela della professione, diffondere una più chiara conoscenza nei cittadini del ruolo e dell’impegno degli assistenti sociali veneti.
«Nel Trevigiano – spiega Nicola Martinelli, consigliere regionale dell’Ordine, che opera nella provincia – i colleghi lavorano prevalentemente nei comuni e nei servizi specialistici delle Aziende ULSS 7, 8 e 9 (handicap adulti, servizio dipendenze, consultorio, servizio inserimento lavorativo per disabili, età evolutiva e centro di salute mentale), ma anche nei Centri servizi per anziani e nella Prefettura trevigiana».
I tagli nel budget delle diverse amministrazioni, prosegue Martinelli, hanno però portato alla esternalizzazione di molti di questi servizi a cooperative: «Negli ultimi anni questa pratica si è ulteriormente diffusa generando precarietà e anche maggiore disoccupazione. Il problema fino a cinque anni fa era limitato, ora i colleghi che non trovano lavoro sono sempre di più, con riflessi negativi anche sulla qualità dei servizi che si offrono ai cittadini, in particolare a quelli in condizioni di fragilità o bisogno».
Una situazione che non facilita il lavoro di coloro che sono, sempre più spesso, la prima linea dell’intervento sociale rispetto alla crisi: «Anche nella provincia di Treviso – prosegue Nicola Martinelli – sono aumentate le richieste di aiuto economico, soprattutto in relazione alla disoccupazione che colpisce cittadini italiani e molti immigrati ». La professionalità degli assistenti sociali trevigiani e la disponibilità di alcune amministrazioni ha spinto a dare risposte anche innovative a questa situazione: «Sono state messe in campo – continua Martinelli – progettualità innovative sul tema del lavoro e sul tema dell’abitare».
Inoltre gli assistenti sociali trevigiani stanno via via mettendo a sistema una felice intuizione che data ormai da una quindicina di anni e che ha spinto a creare autonomamente dei coordinamenti tra i professionisti di diversi comuni appartenenti alla stessa area, in molti casi riconosciuti dalle stesse amministrazioni con appositi provvedimenti. Si tratta dei coordinamenti delle aree di Oderzo, Vittorio Veneto – Conegliano, Mogliano Veneto e Paese-Villorba, utili come strumenti di confronto, studio e contributo all’elaborazione di politiche sociali più efficienti.
«Questa cultura del lavorare insieme – conclude Nicola Martinelli –, del collaborare tra professionisti, ci appartiene da sempre, ma in questo momento storico gli assistenti sociali veneti, e trevigiani in particolare, comprendono che l’utilizzo sempre più costante di strumenti e metodologie proprie del lavoro di equipe rappresenta, in un contesto di risorse scarse, un’opportunità per mettere assieme le forze, le competenze professionali, le diverse letture dei bisogni del territorio e condividere l’impegno dell’ideazione e progettazione di interventi efficaci e appropriati».
L’Assemblea di Mogliano Veneto sarà anche un’occasione di aggiornamento professionale, con l’attribuzione, per i professionisti partecipanti, di 4 crediti formativi deontologici.