Pfas, studio della Regione conferma: creano anomalie su neonati e donne incinte
Uno studio della Direzione prevenzione dell’Area sanità e sociale della Regione Veneto afferma che l’esposizione agli Pfas aumenta l’incidenza di alcune patologie sui neonati e sulle donne incinte. E lo fa sulla base di un confronto tra aree di diversa esposizione all’inquinamento delle acque da sostanze perfluoroalchiliche, con un focus particolare sull’Area Rossa, i comuni dell’Ovest Vicentino, del Veronese e del Padovano colpiti dall’emergenza Pfas provocata dalla Miteni di Trissino (Vicenza).
In particolare lo studio cita un incremento di pre-eclampsia, diabete gravidico, di nati con basso peso alla nascita per età gestazionale (Sga), di anomalie congenite al sistema nervoso e di difetti congeniti al cuore nelle aree a maggiore esposizione, sia in termini di rischi relativi grezzi, sia utilizzando analisi multivariate che permettono di valutare il peso dell’area di residenza nel determinare gli esiti sfavorevoli al netto di altri fattori noti.
Per gli i nati con basso peso alla nascita, inoltre, è presente un apparente gradiente di rischio che si riduce progressivamente allontanandosi dall’area rossa. Per alcune di queste patologie, informa la Regione, sarà necessario effettuare maggiori approfondimenti per consolidare i valori ottenuti, incrociando i dati con altri flussi informativi oppure allungando il periodo di osservazione.
Lo studio condotto mette in evidenza una possibile associazione tra alcuni outcome di salute materno-infantile e la residenza in aree esposte, fornendo risultati compatibili con quanto già emerso dalla letteratura scientifica disponibile. Tuttavia, dato il disegno ecologico dello studio, per approfondire l’esistenza di un nesso causa-effetto sarà necessario integrare i risultati ottenuti con i dati di biomonitoraggio che forniscono informazioni sull’esposizione dei singoli individui.
Il monitoraggio aggiorna quello già condotto nel 2016 a cura del Registro Nascita – Coordinamento Malattie Rare Regione Veneto, coordinato dalla professoressa Paola Facchin. Lo studio mette a confronto alcuni esiti materno-infantili tra aree a diversa esposizione, basandosi su dati di popolazione con copertura pressoché totale delle donne che hanno avuto un parto residenti nelle aree considerate e dei rispettivi nati.