Rifiuti speciali, l'allarme degli industriali: «Sistema al collasso»
Cumuli di rifiuti che si accumulano nei capannoni in attesa di essere smaltiti in impianti insufficienti. Il quadro, non proprio idilliaco, è tracciato da Assindustria Venetocentro che parla di un «sistema di gestione dei rifiuti industriali in Veneto prossimo al collasso» per filiere strategiche come meccanica, tessile-calzature, gomma-plastica, legno e cartario.
L’associazione degli imprenditori di Padova e Treviso ha eseguito un’indagine a campione tra i propri iscritti, da cui emergono difficoltà segnalate dal 62,9% degli interrogati: segnalazioni inizialmente relative a incrementi dei costi, che per alcune tipologie di rifiuti sono raddoppiati, e poi per ritardi, e in alcuni casi addirittura blocchi, nel normale servizio di ritiro dei rifiuti da parte dei soggetti terzi autorizzati. Si parla di scarti di lavorazione, classificati come rifiuti speciali, non pericolosi.
«La situazione ha varie concause – afferma Massimo Finco, presidente di Assindustria Venetocentro -. La prima è che, a causa del prevalere della politica del “no”, gli impianti presenti nel Veneto e destinati alla gestione, smaltimento e recupero dei rifiuti prodotti dalle aziende sono insufficienti. Fino a poco tempo fa, a questa carenza si è posto rimedio ricorrendo in larga parte al conferimento dei rifiuti in altre regioni o all’estero. Adesso, purtroppo anche gli impianti nazionali sono insufficienti e le soluzioni estere sono diventate sempre più difficili, anche a seguito di scelte operate da paesi come Germania, Austria, Francia, Olanda che hanno limitato i conferimenti».
Tra le altre cause segnalate da Finco ci sono «una burocrazia e normative sempre più complesse che rendono più difficile la gestione dei rifiuti. Il risultato è che le imprese devono trattenere i rifiuti in azienda e gli impianti sono ricolmi, con il rischio di finire nell’illegalità se si superano le soglie previste per il “deposito temporaneo”. Oltre il 60% delle imprese conferma le difficoltà e, viste le segnalazioni quotidiane, ritengo che il dato sia in progressivo aumento».
Assindustria Venetocentro fa appello alla Regione Veneto. «In attesa di un piano strategico sulla dotazione di impianti e di un ripensamento del Piano regionale sui rifiuti che, se ha portato a questa situazione, è evidentemente da rivedere -aggiunge Antonella Candiotto, vicepresidente di Assindustria Venetocentro con delega all’ambiente – ci sono alcune scelte che si possono attuare nell’immediato per dare risposte alle aziende e al territorio. Vanno agevolate e velocizzate le pratiche autorizzative per poter conferire i rifiuti nei Paesi esteri che ancora li accettano, vanno rimossi ostacoli burocratici e restrizioni aggiuntive, come la norma sulla miscelazione, imposti solo dalla Regione Veneto alla gestione dei rifiuti negli impianti. Bisogna autorizzare con urgenza il prolungamento degli stoccaggi “temporanei” ad almeno 12 mesi in attesa dell’avvio a recupero o smaltimento e consentire alle attività produttive di utilizzare nelle lavorazioni i sottoprodotti provenienti da altre imprese. Su questo abbiamo aperto un confronto costruttivo e propositivo con la Regione Veneto e siamo in attesa di risposte».
Sul tema interviene anche Confindustria Veneto: «Sulla base di quanto segnalato alle nostre Associazioni territoriali dalle imprese associate – dichiara il suo presidente Matteo Zoppas – abbiamo da mesi avviato un dialogo con la Regione per adottare le migliori soluzioni operative sia a breve – per fronteggiare la situazione di emergenza – che a lungo termine per adeguare la gestione dei rifiuti in Veneto alle esigenze del sistema produttivo. A fronte dell’ampia disponibilità della Regione ad andare in questa direzione con soluzioni di maggiore efficacia ed efficienza abbiamo identificato diverse proposte di natura urgente: semplificazione degli indirizzi tecnici sulle attività di miscelazione e gestione dei rifiuti; favorire l’utilizzo di rifiuti in lista verde negli impianti industriali con AIA; variazione di destinazione dei rifiuti; allungamento dei tempi di deposito temporaneo dei rifiuti presso gli stabilimenti dei produttori prima di avviarli al recupero o smaltimento. Confidiamo che l’attività del Tavolo di Lavoro congiunto Regione-Confindustria porti ad una rapida attuazione di misure concrete per affrontare la situazione non solo evitando la paralisi ma anche identificando soluzioni nella direzione di recuperare competitività del nostro tessuto produttivo».