Apre a Mestre M9, il museo (hi tech) che racconta il '900
Mestre ha finalmente un museo tutto suo, uno spazio in cui raccontare un secolo, il Ventesimo, durante il quale la terraferma veneziana ha visto il suo volto radicalmente trasformato dall’industrializzazione, sperimentando lo sviluppo ma anche le sue contraddizioni.
M9, Museo del Novecento, apre al pubblico il 1 dicembre 2018 nell’antico Chiostro di Santa Maria delle Grazie, in via Poerio 24, nel centro della città. Dopo un lungo periodo di chiusura al pubblico, lo spazio è stato completamente ripensato e, grazie a un investimento di 110 milioni di euro spalmati in più anni voluto dalla Fondazione di Venezia, trasformato in un polo culturale dallo spiccato carattere contemporaneo che ospita un museo, aree per le esposizioni, spazi per le attività didattiche e servizi al pubblico.
L’evento di inaugurazione di sabato 1 dicembre – a cui presenzieranno la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il ministro per i Beni culturali Alberto Bonisoli, il sindaco Luigi Brugnaro e il presidente di Fondazione di Venezia Giampiero Brunello – è ad ingresso limitato: i posti sono andati a ruba e sono già esauriti. Ma già da domenica 2 dicembre sarà possibile visitare M9 senza necessità di prenotazione.
Per progettare il suo primo museo Mestre si è affidata allo studio Sauerbruch-Hutton di Berlino. Il complesso comprende sette grandi edifici, di cui tre costruiti ex novo, completamente ricoperti di da più di 20 mila piastrelle di 13 diversi colori, un auditorium da 200 posti dotati di visori per la realtà aumentata. Dei tre piani del museo, i primi due sono dedicati alle esposizioni permanenti mentre l’ultimo a quelle temporanee. La prima mostra in programma è «L’Italia dei fotografi» a partire dal 22 dicembre.
Un viaggio nel “Secolo breve” in otto percorsi
Il progetto di Fondazione di Venezia mira a coniugare la rigenerazione dell’area urbana di Mestre ad un viaggio nell’Italia del Novecento, da effettuare rigorosamente tramite touchscreen, giochi educativi e schermi con cui si può interagira anche da quattro metri di distanza con un solo dito.
Otto sono i filoni tematici in esposizione all’M9. La prima sezione, «Come siamo e come eravamo», è dedicata alla demografia e alle strutture sociali, mentre la seconda parla di consumi, costumi e stili di vita sotto il titolo «The Italian Way of life». Un occhio anche alla scienza, alla tecnologia e all’innovazione in «La corsa al progresso».
Il quarto tema è invece «Soldi soldi soldi. Economia, lavoro, produzione e benessere». Nella quinta sezione, «Guardiamoci intorno», ci si concentra poi su come le trasformazioni socioeconomiche hanno impattato sui paesaggi e sugli insediamenti urbani. Non può poi mancare la politica, con un focus sullo Stato e sulle istituzioni in «Res publica», né si trascura il filone dell’educazione e dell’informazione in «Fare gli Italiani». L’ultima sezione è infine dedicata a riscoprire cosa ci rende italiani, con «Per farci riconoscere».
Foto tratta dalla pagina Facebook di M9