Veneto, a rischio i Mondiali di ciclismo 2020. Manca una fidejussione

Non c’è solo il caos della candidatura alle Olimpiadi invernali 2016. Il Veneto rischia di perdere un altro treno importante in fatto di eventi sportivi internazionali: i Mondiali di ciclismo 2020, già assegnati a Vicenza lo scorso anno, rischiano di prendere un’altra strada e di finire in Svizzera. La decisione definitiva dell’Uci (l’Unione ciclistica internazionale) è attesa per il 25 settembre.

Ma alla candidatura vicentina mancano alcune garanzie economiche: la fidejussione richiesta dall’Uci al comitato organizzatore è di 5,5 milioni di euro, ma il governo ne garantisce soltanto 3,5, chiedendo agli enti locali di mettere sul piatto i rimanenti 2. Dalla Regione, principale “indiziato” a fornire la garanzia economica, per il momento non arrivano segnali.

E proprio all’ente regionale si è appellato a inizio settembre Claudio Pasqualin, procuratore sportivo in questo caso nelle vesti di presidente del comitato promotore della candidatura di Vicenza ai Mondiali di ciclismo 2020, comitato formato anche da Alessandro Belluscio e Moreno Nicoletti. Un invito a «fare la sua parte», quello che lancia Pasqualin a Zaia, che per il momento è caduto nel vuoto.

Il progetto, suggestivo, prevede la partenza della corsa iridata da piazza San Marco a Venezia, e l’arrivo ai piedi della Basilica Palladiana in piazza dei Signori a Vicenza. Un bello spot per il Veneto, ma che è a un passo dal restare un bel sogno svanito. Secondo il sito Tuttobiciweb, l’Uci sarebbe orientata, non avendo ricevuto le garanzie richieste, ad assegnare i mondiali 2020 al Cantone Vallese in Svizzera, fra Aigle e Martigny, dove ha sede proprio l’organizzazione ciclistica.

Foto: di Quino Al da Unsplash

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