Pedemontana veneta: Salvini e Zaia firmano il (nuovo) protocollo di legalità

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini sigla a Venezia un nuovo protocollo di legalità per la superstrada pedemontana veneta con il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. La firma, andata in scena il 30 agosto 2018, può sembrare il remake di un film già visto: un primo protocollo d’intesa sulla grande opera che attraversa il Veneto fu firmato otto anni fa, il 23 luglio 2010. Allora a fianco di Zaia c’era un altro ministro degli Interni, pure leghista, Roberto Maroni. Nel frattempo, fra intoppi nei finanziamenti e nuove concessioni, la superstrada è andata avanti. E il nuovo documento (qui in pdf) prevede una serie di obblighi per evitare infiltrazioni mafiose negli appalti e subappalti del cantiere di 94 chilometri che si snoda da Montecchio Maggiore a Spresiano.

Un maxi cantiere dal valore complessivo di 2 miliardi 258 milioni, con una percentuale cantierata, afferma la Regione, pari a circa il 50%. I primi 7 chilometri tra lo svincolo dell’autostrada A31 Valdastico e Breganze potrebbero essere inaugurati, ha detto Zaia, entro ottobre.

Le firme in calce, oltre che dei due politici, sono quelle dei prefetti di Treviso Maria Rosaria Laganà e di Vicenza Umberto Guidato – che si impegnano a creare cabine di regia per monitorare la situazione nei cantieri in corso nella provincia di competenza –, del rappresentante della Superstrada Pedemontana Veneta Spa Matterino Dogliani, e per la parte che riguarda la trasparenza nei flussi di manodopera dei sindacati di categoria di Cigl Cisl e Uil e degli ispettorati del lavoro delle due province.

Pedemontana: obblighi e sanzioni per le imprese

Il concessionario e il soggetto aggiudicatore (cioè la Regione Veneto) si impegnano a garantire il flusso di dati sulle imprese coinvolte agli organi deputati ai controlli antimafia. Sono esentati dall’obbligo di informazione solamente gli approvvigionamenti di materiale di consumo fino a 9 mila euro a trimestre. Le imprese si dovranno impegnare a denunciare ogni tentativo di estorsione o di illecita pressione. Per le aziende che non effettuano le comunicazioni agli organi antimafia sono previste sanzioni pari all’1% (ma mai oltre i 5 mila euro) dell’importo del contratto in sede di primo accertamento, e fra l’1 e il 2% in sede di secondo accertamento, con formale diffida. La penale sale al 3% nel caso di terzo accertamento non a buon fine. Per altre violazioni è prevista la revoca dell’autorizzazione al subcontratto.

«Il modello con il quale si sta realizzando la Pedemontana Veneta – ha detto Salvini – può essere portato a esempio anche per il resto d’Italia. È un modello pubblico-privato positivo. Firmando questo protocollo riaffermiamo un’idea di crescita, di sviluppo, di futuro, perché non siamo stati votati per fermare. E diciamo anche chiaro e forte che siamo decisi a combattere duramente contro il crimine organizzato, contro la delinquenza che, dove ci sono soldi, cerca sempre di intrufolarsi, utilizzando tutte le armi in nostro possesso, a cominciare dalla trasparenza riaffermata con la firma di oggi».

«Oggi è una giornata storica – ha detto Zaia – perché andiamo avanti nella realizzazione di un’infrastruttura che risolverà i problemi di viabilità di mezzo Veneto e perché abbiamo siglato non solo un protocollo importante e articolato, ma un vero e proprio accordo di responsabilità, con il quale ci si allinea ancor di più alle direttive del Ministero e dell’Autorità Anticorruzione, al punto che, se emerge qualcosa di strano su un’azienda che sia anche precedente al protocollo di oggi, essa dovrà comunque andarsene»

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