Autostrade statali, Zaia boccia l'ipotesi: «Un suicidio»

No alla nazionalizzazione, sì all’«autonomizzazione». È questo, in sintesi, il pensiero del governatore del Veneto Luca Zaia sulla gestione della rete autostradale, al centro del dibattito politico dal giorno in cui è crollato il ponte Morandi a Genova. Una sciagura che ha sollevato numerose polemiche sul conto della famiglia Benetton, azionista di maggioranza di Atlantia (la holding che gestisce il 100% di Autostrade per l’Italia). «Penso che ci siano responsabilità oggettive del gestore, così come della vigilanza», ha detto a riguardo Zaia. Il governo intanto ha annunciato la revoca della concessione: «Il tema della statalizzazione non mi entusiasma – ha detto Zaia – Se comunque si decidesse di fare questo passo, deve essere chiaro che, a regole invariate, il privato è più efficiente del pubblico, per cui l’operazione rischierebbe di essere un flop, un suicidio: con le attuali norme per il settore pubblico, passerebbero vent’anni tra il pensare e il realizzare un nuovo ponte».

«Meglio pensare a una holding autostradale del Nordest»

In compenso, Zaia vuole estendere l’autonomia anche alle autostrade: «Abbiamo dimostrato sui territori che si può fare e funziona. Accorciare le catene decisionali e portarle più vicine al territorio può aiutarci anche in questa partita». In tal senso, Zaia torna a caldeggiare l’ipotesi di una holding autostradale del Nordest: «Mi fa piacere che adesso si parli di mettere l’intera rete regionale e interregionale in un unico contenitore. Immagino infatti che si possa ridisegnare la mobilità con le grandi infrastrutture, coinvolgendo anche il settore pubblico». Sempre a proposito di strade a pedaggio, infine, Zaia ha assicurato che «sulla Pedemontana c’è massima trasparenza: abbiamo mandato conti e carte all’Autorità anticorruzione, alla Corte dei conti e all’Avvocatura di Stato. Riguardo alla sicurezza – ha concluso Zaia – è già previsto un piano di monitoraggio successivo alla realizzazione dell’opera».

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