Agricoltura, sciopero per il contratto il 15 giugno. Manifestazione a Verona
Cgil Cisl e Uil proclamano uno sciopero generale degli operai agricoli e florovivaisti per il 15 giugno 2018. In Veneto ci sarà una manifestazione regionale a Verona oltre ad assemblee e presidi nei luoghi di lavoro e davanti alle prefetture. La protesta si inserisce nella trattativa per il rinnovo del contratto nazionale del settore, scaduto da cinque mesi e le cui negoziazioni sono al momento congelate, con la distanza fra datori associazioni datoriali e sindacati che appare al momento difficilmente colmabile. Il settore agricolo vale il 10% del Pil regionale e conta 8400 imprese di cui 6000 con dipendenti. Intanto Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil attendono un incontro in Regione, chiesto un anno fa ed ora fissato per il 14 giugno con l’assessorato ai Servizi Sociali anziché con quello al Lavoro.
Scontro sull’orario di lavoro giornaliero
Secondo i tre sindacati «sono troppi i punti di disaccordo con le parti datoriali», le cui richieste vengono definite «ingombranti, per quantità e rilevanza» rispetto alle loro rivendicazioni. «Basti pensare – dicono Cgil Cisl e Uil – all’abolizione del limite dell’orario di lavoro giornaliero, con tutte le sue implicazioni, anche previdenziali, in un settore dall’alta frammentazione e dalle esigue dimensioni aziendali. Oppure, altro punto critico, all’introduzione di un salario minimo nazionale: una richiesta che confligge con l’attuale struttura salariale. Anche sulla nostra disponibilità a definire una particolare regolamentazione per le aziende plurilocalizzate – aggiungono Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil – non abbiamo riscontrato il giusto apprezzamento. Così come, in materia di appalti, non sembra essere ancora forte l’attenzione verso norme capaci di frenare il dilagante fenomeno di esternalizzazione della manodopera senza adeguata copertura contrattuale».
Nel frattempo «fenomeni di caporalato e forme di sfruttamento della manodopera stanno prendendo sempre più piede nelle campagne venete – aggiunge la Cisl del Veneto –, ma le iniziative di contrasto sono scarse ed anzi si assiste ad un’offensiva da parte delle imprese volta a depotenziare la qualità del lavoro e gli stessi strumenti legislativi». Tutto questo a pochi giorni dal brutale assassinio di Soumaila Sacko, il bracciante e sindacalista del Mali ucciso a San Calogero, in Calabria, con un colpo di fucile mentre cercava con due colleghi delle lamiere con cui rivestire le baracche in cui viveva con migliaia di braccianti.