Economia, nei primi tre mesi del 2018 il Veneto rallenta la crescita

L’economia del Veneto rallenta la crescita: nel primo trimestre ritmo più lento per produzione (+3,2%) ed export (+2,8%). Dopo il consolidamento registrato nel 2017, il 2018 dovrebbe segnare un aumento regionale del Pil del +1,7% (1,4% a livello nazionale). Il quadro economico è stato tracciato, venerdì 25 maggio a Marghera, nella sede di Unioncamere del Veneto da Mario Pozza e Roberto Crosta, presidente e segretario generale dell’Ente camerale regionale, mentre l’analisi statistica è stata illustrata da Federico Callegari, Osservatorio economico sociale della Camera di commercio di Treviso-Belluno, e da Antonella Trevisanato, Area studi e ricerche Unioncamere del Veneto.

Il 2017: un anno da record

Il 2017 è andato in archivio con una crescita del prodotto interno lordo veneto del +1,7% (+3,8% a livello mondiale) registrando buone performance grazie all’andamento delle esportazioni di beni (+5,1%, in valori assoluti 61,3 miliardi di euro), un saldo commerciale attivo di 15,4 miliardi, un’intensificazione degli investimenti (+3,7%) e una ripresa dei consumi (+1,5%). Sul fronte turistico si è chiuso un nuovo anno record: +7,4% gli arrivi e +5,8% le presenze. A fronte di una stabilità nel numero delle imprese attive, sono cresciute le localizzazioni mentre la produzione industriale ha toccato una consistente crescita mettendo a segno un +4,1%, accompagnata da un consistente recupero dell’occupazione dipendente con 34mila nuove posizioni lavorative (+112mila nel solo biennio 2015-2017).

Nel 2018 i ritmi rallentano

«I dati dei primi tre mesi del 2018 sono comunque positivi, anche se non come ce li attendevamo. Purtroppo il contesto nazionale e l’instabilità politica non hanno agevolato – il commento di Mario Pozza, presidente Unioncamere del Veneto – In assenza di stabilità, infatti, gli investimenti mancano o sono limitati. Usando una metafora, il Veneto viaggia come un treno ad alta velocità ma le linee sono ancora quelle della bassa. Siamo la seconda economia del Paese e il nostro sistema produttivo mantiene buoni tassi di crescita: le esportazioni toccano il 50% della produzione, il Pil è sopra la media nazionale. In questo contesto non possiamo essere lasciati soli, urgono politiche di rilancio, un deciso piano industriale e finanziamenti». Le previsioni per il 2018 lasciano intravedere un rallentamento dei ritmi rispetto all’anno precedente. Il Pil del Veneto a fine 2018 dovrebbe attestarsi sul +1,7%, in linea con i livelli del 2017, complice una crescita italiana a velocità ridotta (+1,4%) rispetto ai principali partner dell’Unione europea (Spagna +2,8%, Germania +2,5%, Francia +2%). A confermare il rallentamento ci sono gli indicatori congiunturali dell’industria veneta con 10 addetti e più del primo trimestre: +3,2% produzione (era +6,2% nell’analogo periodo di un anno fa) contro la media del +4,1% del 2017; +3,5% fatturato contro la media +4,8% del 2017; +3,4% ordini interni contro la media +3,7% del 2017; +3,9% ordini esteri contro la media +5,9% del 2017. Le migliori performance si registrano per le piccole imprese e, in termini settoriali, per macchine ed apparecchi meccanici (+6,4%) e legno/mobile (+3,8%). Il rallentamento del commercio estero è dovuto principalmente alla volatilità dei mercati finanziari, alle «guerre tariffarie» e ai dazi tanto che il fatturato estero delle imprese manifatturiere si ferma «solo» al +2,8%.

Export in crescita

Migliora però il trend delle imprese propense a investire (+12,1%). Dopo anni di contrazioni, torna a crescere il reddito disponibile (+2,5% procapite pari a 20.500 euro). Sul fronte lavoro, secondo l’indagine Excelsior, i rapporti da avviare tra aprile e giugno 2018 saranno 141mila, il 35% destinato ai giovani. «Le esportazioni restano la leva che fa guardare al futuro con fiducia ma, in un contesto di internazionalizzazione, non dobbiamo parlare solo di prodotto ma di sistema in cui vanno uniti diversi settori in un riposizionamento globale del Veneto – sottolinea Roberto Crosta, segretario generale Unioncamere del Veneto –. L’appello che rivolgiamo al nuovo Governo è di attivare politiche fiscali di sostegno continuando a credere nell’innovazione. Non chiediamo alcun assistenzialismo ma un maggior supporto visto che, da sempre, si dice che le imprese venete trainano l’economia del Paese».

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