Addio a Marzotto e Nardini, il Veneto perde i suoi più vecchi "startupper"
Pietro Marzotto, Giuseppe Nardini: due nomi che sono sinonimo delle loro imprese, marchi nati in Veneto e conosciuti in tutto il mondo. Due imprenditori accomunati da uno spirito da innovatori ante litteram, nel reinventare l’azienda di famiglia portandola a nuovi livelli, senza paura di diversificare, allargarsi e sorprendere all’arrivo di tempi nuovi. Reinventando il concetto stesso di impresa familiare. Uniti anche forse da quel filo invisibile che, da Valdagno a Bassano del Grappa, vede nelle cittadine della fascia pedemontana veneta la più alta densità di aziende familiari che si sono rafforzate diventando multinazionali tascabili o solide medie imprese negli anni del boom del “modello Nordest”. Accomunati anche, i due capitani d’impresa, dalla scomparsa avvenuta lo stesso giorno, il 26 aprile 2018.
Pietro Marzotto, 80 anni, si è spento nell’ospedale di Portogruaro. Figlio del conte Gaetano e ultimo di sette fratelli, aveva guidato per 30 anni il gruppo tessile Marzotto, nella sua Valdagno, prendendola in mano nel 1968, l’anno caldo delle lotte operaie nella cittadina dell’Alto Vicentino, e portandola a diventare una multinazionale. Nel 1991 la Marzotto acquisisce la tedesca Hugo Boss, nel 2002 rileva la maison Valentino portandola alla quotazione in Borsa nel 2005. Nel 2011 Marzotto vende le proprie quote nell’azienda di famiglia, qualche anno più tardi rileva Peck, tempio della gastronomia milanese.
Giuseppe Nardini, 91enne, è morto nella sua casa di Bassano del Grappa. Una dinastia bicentenaria quella della sua famiglia di produttori di grappa, nata vicino al Ponte degli Alpini sul fiume Brenta. E che è diventata sempre più un marchio che caratterizza il territorio in senso innovativo, e in senso anche fisico: è lui a volere Le Bolle, il complesso avveniristico progettato da Massimiliano Fuksas che rievoca l’alchimia della distillazione, inaugurato nel 2004, in occasione dei 225 anni dalla fondazione dell’azienda, e oggi teatro di spettacoli ed eventi.
«Ho sempre pensato – commenta il presidente della Regione Veneto Luca Zaia – che Marzotto fosse una persona schietta. Sin da giovane, quando decise di entrare in quella fabbrica di cui era proprietaria la sua famiglia, da operaio, da apprendista, quasi a voler toccare con mano le basi sulle quali poggiava uno dei più grandi gruppi tessili italiani. Un modo concreto, il suo, ma anche lungimirante e moderno, di affrontare il lavoro e l’impresa, che lo ha portato a essere per trent’anni alla guida dell’industria di Valdagno, fino a trasformarla in una multinazionale. Lo stesso atteggiamento che lo ha indotto solo pochi anni fa a intraprendere una nuova avventura nel settore dell’alimentazione, cedendo la sua partecipazione nella storica azienda di famiglia».
Zaia ricorda anche Nardini: «Per il Dottor Giuseppe, la definizione di Re della Grappa è riduttiva. In lui si sono fuse in un mix unico storia, tradizione, identità, modernità, signorilità: un nome, Nardini, che è stato e sarà ancora uno dei simboli del Veneto migliore nel mondo. Lo salutiamo con orgoglio e nostalgia».
Il sindaco di Vicenza Achille Variati ricorda Pietro Marzotto come «un imprenditore vero e un innovatore. Negli anni della crisi del tessile, che aveva messo in difficoltà il gruppo, ne risollevò le sorti, lanciando un nuovo piano industriale e acquisendo marchi prestigiosi come Hugo Boss e Valentino, meritando rispetto e considerazione nel mondo. Un uomo a cui non sono mancati determinazione e coraggio per aprire strade nuove, rischiando capitale e ottenendo risultati di successo. Il mondo del lavoro e l’economia vicentina e italiana gli devono molto».