Autostrade: da Vicenza a Padova rincaro reale del 5%. Ma A4 dichiara +2
Dal 1 gennaio 2018 gli automobilisti italiani pagano pedaggi più salati, come ad ogni inizio di anno: i gestori delle autostrade italiane hanno ritoccato le tariffe in misura variabile, con un incremento medio sulla rete nazionale del 2,74%, come spiega una nota del Ministero dei trasporti.
In Veneto l’aumento maggiore si ha sulla A4 Brescia-Padova “Serenissima” e sulla A31 Valdastico, le tratte in concessione alla società A4 holding: +2,08% dice la tabella ministeriale.
Vicenza Est-Padova Ovest: 2 euro
Ma le cose stanno davvero così? Chi percorre la tratta da Vicenza a Padova si trova in questi giorni di fronte a una realtà diversa. Dal casello di Vicenza Est a quello di Padova Ovest la tariffa fino al 31 dicembre 2017 era di 1,90 euro. Dal 1 gennaio 2018 è salita a 2 euro. L’incremento effettivo è del 5,2%, dunque ben oltre il doppio di quanto dichiarato dal Ministero.
Per un pendolare che percorra quella tratta due volte al giorno l’aumento settimanale è di un euro tondo tondo. Calcolatrice alla mano, circa 50 euro all’anno, non proprio spiccioli. Molto di più di quanto paventato dai consumatori nella polemica sui sacchetti a pagamento nei supermercati che impazza in questi giorni.
I “km utili” e l’arrotondamento
Come si spiega questa discrepanza? Le variabili sono almeno due. La prima è la differenza tra lunghezza del percorso effettivo (22 chilometri) e «chilometri utili ai fini del calcolo del pedaggio» che, come si apprende sul sito di Autostrade per l’Italia, sono 29, cioè ben 7 in più: +30%.
Questi chilometri in più, si legge sul sito, sono «i km degli svincoli, delle bretelle di adduzione e dei tratti autostradali liberi prima e dopo il casello che sono stati costruiti e sono gestiti dalla concessionaria». In sostanza vengono aggiunte alla tariffa che si paga al casello le tratte di asfalto non a pagamento che la società, in questo caso A4 Holding, gestisce.
Il calcolo dei «chilometri utili» aveva sollevato un polverone già nel 2014 in Veneto, quando la discrepanza tra sconti promessi e sconti effettivi aveva portato anche ad interrogazioni parlamentari sul tema.
Ma c’è una seconda variabile che incide sul rincaro: l’arrotondamento. «All’importo così ottenuto – spiega sempre il sito di Autostrade per l’Italia – si deve aggiungere l’IVA (22%) ed applicare l’arrotondamento, per eccesso o per difetto, ai 10 centesimi di euro». Insomma, un incremento di 5 o 6 centesimi diventa automaticamente di 10. I pendolari ringraziano.