Cgil Veneto, il padovano Christian Ferrari nuovo segretario generale
Il padovano Christian Ferrari è il nuovo segretario generale della Cgil del Veneto, che succede a Elena Di Gregorio, dal luglio scorso passata al ruolo di segretaria generale dei pensionati dello Spi Cgil regionale. Ferrari, 43 anni, è stato eletto questa mattina 6 settembre 2017 dall’assemblea generale del sindacato a Mestre alla presenza della segretaria generale Susanna Camusso.
Il nuovo segretario regionale ha iniziato la sua esperienza nel sindacato nel 2003 come dirigente della Funzione Pubblica Cgil di Padova dove è rimasto fino al 2010, quando è passato alla segreteria confederale con l’incarico di segretario organizzativo. Nel 2013 ne è diventato il segretario generale, carica che ha ricoperto fino ad oggi e manterrà in attesa del passaggio di consegne.
Nella sua relazione di insediamento Ferrari ha riconosciuto i numeri positivi dell’economia veneta dell’ultimo periodo, dal Pil regionale cresciuto dell’1,2% nel 2016 al record storico delle esportazioni che hanno superato i 58 miliardi di euro.
Ma anche sottolineato le ombre, a partire da «un’impennata dei licenziamenti individuali, un calo dei tempi indeterminati, un aumento rilevante del lavoro a termine e precario. La disoccupazione, seppur in diminuzione – ha detto Christian Ferrari –, conta ancora tra le sue fila ben 150.000 persone».
Priorità: rilancio industriale e gestione dell’industria 4.0
Prioritario per Ferrari il rilancio della «irrinunciabile vocazione manifatturiera della nostra regione. Una delle priorità è sicuramente la sfida dell’area di crisi complessa di Venezia: un’occasione per costruire un progetto di rinascita industriale e produttiva in un contesto decisivo non solo per il Veneto ma per l’intero Paese».
Altro punto chiave della relazione di Ferrari è l’industria 4.0, «una vera e propria rivoluzione tecnologica dalle potenzialità straordinarie, ma per nulla scevra da rischi che non vanno in alcun modo sottovalutati. Fin qui infatti si sta ulteriormente consolidando un modello economico globale che produce enormi ricchezze e poco lavoro».
Infine il neosegretario ha ricordato «quelle ragazze e quei ragazzi che in 10mila ogni anno lasciano la nostra Regione per cercare lavoro e realizzazione all’estero. Quelle ragazze e quei ragazzi veneti che – in 110mila – non studiano né lavorano. L’obiettivo principale è quindi quello di far sì che la ripresa (del Pil, della produzione, dei fatturati) che sta vivendo la nostra Regione si traduca in un innalzamento della qualità sociale complessiva del Veneto, a cominciare dalla quantità e dalla qualità del lavoro».