Parità di genere in azienda, a Piazzola sul Brenta c'è "Talenti in rosa"
Una game designer, una art director, un’imprenditrice, una biologa, una commissario di polizia. Sono solo alcune delle figure di donne impegnate nel lavoro, e con successo, che si racconteranno il 15 marzo 2017 durante l’evento “Talenti in rosa… digitale e non!”, a Piazzola sul Brenta (Padova) dalle ore 10.00 presso l’Istituto Superiore Rolando da Piazzola (via Dante 4).
A organizzarlo sono i Giovani imprenditori di Confindustria Padova e Aidda (Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda), nell’ambito della Settimana del Rosadigitale dedicata in tutta Italia a ridurre il divario di genere nelle professioni innovative e digitali.
La parità di genere nel mondo dell’impresa è infatti un traguardo lontano, anche se Padova svetta in Veneto per numero di imprenditrici – che sono 37.657, il 20% del totale – e di imprese a prevalente conduzione femminile – 17.673, una su cinque – secondo i dati di Confindustria Padova.
Storie di donne affermate nel lavoro
I lavori saranno aperti da Anna Viel, presidente Giovani Imprenditori di Confindustria Padova, e da Marzia Banci, consigliere Aidda e coordinatrice del Progetto scuola per Veneto e Trentino Alto Adige. Seguiranno le testimonianze di storie e percorsi professionali: Ilenia Nacci, game designer, Lana Cuk, visual designer e art director, Patrizia Bizzotto, Ceo di Workup di Bassano (digital strategy agency).
E poi ancora: Ilaria Marigo, biologa e ricercatrice allo Iov di Padova (nella foto di copertina), Anna Rita Carollo, commissario capo della Polizia Postale, Giulia Turra, pr&marketing specialist di Start Cube, Marta Celio, filosofa e poetessa, Susanna Dalla Favera, marketing manager di Eumedica.
Occupazione femminile ancora bassa
«Nel 2016 le donne tra i 15 e i 64 anni erano a Padova 303mila, di cui 163mila occupate, pari a un tasso di attività femminile del 53,7% – dichiara Anna Viel –. Se fossimo però in linea con la media dei principali benchmark europei (Baden-Wurttemberg, Bayern) che è pari al 74%, conteremmo ben 61mila donne attive in più. Negli ultimi anni i tassi di attività si sono avvicinati a quelli maschili, ma la distanza è ancora ampia. Per colmarla occorre già partire dalla formazione e dall’orientamento delle ragazze nelle scuole, far crescere la cultura scientifica, azzerare tutti i pregiudizi su professioni maschili o femminili, lavorare sull’aspetto culturale e sulle politiche pubbliche. Servizi certamente, ma anche ridurre il cuneo fiscale sul lavoro femminile fino a raggiungere una sufficiente parità di genere sia nei tassi di partecipazione sia nelle prospettive di retribuzione e di carriera».
«Abbiamo raccolto storie femminili di tenacia, competenza e creatività – aggiunge Marzia Banci – per lanciare un messaggio alle studentesse e agli studenti: essere sempre curiosi e trovare, ragazzi e genitori assieme, la libertà di coltivare e attingere ai talenti che ognuno ha in sé, con determinazione. Fare il lavoro che il tuo talento suggerisce, che ti piace, fa di te una persona realizzata. Sbagliare lavoro, vuol dire azzerare il talento che è in te. Da questo punto di vista, le nuove tecnologie e il digitale vanno usati sempre come uno strumento che può liberare il talento e la creatività e contribuire a ridurre la differenza di genere nel mondo del lavoro e delle professioni».