Pubblica amministrazione, l'efficienza passa dai professionisti

Oggi a Verona si sono riunite autorità di massima levatura per discutere di quei problemi di efficienza organizzativa che interessano oggi in Italia le pubbliche amministrazioni, le imprese e le professioni. Dagli interventi che si sono susseguiti durante il convegno sono emerse le tematiche della digitalizzazione, della formazione, della gestione del capitale umano e della sempre maggiore specializzazione che vengono richieste agli studi professionali e non solo: temi importanti che attraversano inevitabilmente tutte le professioni e in particolare i numerosi commercialisti e avvocati presenti all’evento. Ad accoglierli sono stati Ermanno Sgaravato e Alberto Righini, coordinatori dell’evento, con «l’auspicio del raggiungimento di obiettivi di maggior efficienza, uniti a una forte spinta di interconnessione tra i diversi attori».

Coordinati da Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera, i lavori si sono aperti con la tematica del recupero dell’efficienza nella pubblica amministrazione e la video-testimonianza di Graziano Delrio, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che decreta: «La parola chiave di oggi è la semplificazione. Il 42% dei tempi che ogni giorno vengono impiegati nella realizzazione dei processi sono preliminari e quindi precedenti alla realizzazione stessa; vanno ridotti drasticamente. La riforma della pubblica amministrazione procede in questo senso e mira a semplificare e a digitalizzare le procedure». Enrico Zanetti, Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, ha confermato che il recupero dell’efficienza nella pubblica amministrazione si risolverà con un pacchetto fiscale più a misura del cittadino, che verrà confezionato necessariamente con i consigli e l’esperienza degli studi professionali.

Luigi Marattin, Università di Bologna e Consigliere Economico della Presidenza del Consiglio, è tornato sul tema dei costi standard, strumento ritenuto da tanti operatori indispensabile per il recupero di efficienza nella pubblica amministrazione. Tuttavia, per fornire un servizio efficace non sarà sufficiente riallocare le risorse (e quindi “tagliare”, “risparmiare”), ma soprattutto cambiare la struttura di un’organizzazione ormai troppo complessa. «Il vero problema», conclude Marattin, «è che abbiamo smesso di formare e cambiare la nostra classe dirigente».

La seconda sessione, incentrata sul recupero dell’efficienza nelle imprese, è stata introdotta dal video-intervento di Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, che ricorda quanto l’innovazione sia fondamentale per tutte le imprese italiane che devono essere in grado di cavalcare la quarta rivoluzione industriale, puntando su un cambiamento tecnologico e organizzativo. «Oggi sono determinanti il valore aggiunto e l’idea di puntare sull’alta intensità delle produzioni e degli investimenti», commenta. «L’industria italiana può diventare la boutique dell’industria europea eccellendo nella realizzazione in chiave industriale prodotti personalizzati per i propri clienti e i propri mercati».

Alberto Baban, Presidente di Piccola Industria (Confindustria), racconta il piano nazionale Industria 4.0 e ne contestualizza il nuovo modo di fare impresa. «Raccontare e approfondire la reindustrializzazione delle nostre imprese è un must per commercialisti e avvocati. Le aziende che erano obbligate alla supply chain hanno oggi la libertà di una rivoluzione industriale che passa per il digitale. Il rapporto dei professionisti con l’impresa è quindi obbligatoriamente diverso e non interessa più solamente la generazione del reddito». Nella tavola rotonda successiva si sono incontrati in un dibattito molto proficuo Gaudenzio Bonaldo Gregori, partner di Pillarstone Italy, Alberto Forchielli, partner fondatore di Mandarin Capital Partners, Piero Gnudi, commissario straordinario di Ilva Spa, e Carlo Liotti, Vice President & General Manager American Express Global Commercial Payments Italia, che si sono concentrati rispettivamente sui temi della condivisione del valore nello scambio finanziario, dell’interesse degli investitori internazionali verso l’Italia, della gestione del capitale umano e del compito delle professioni, sempre più obbligate a muoversi in un’ottica di sviluppo delle imprese e non solamente di controllo.

Nella terza sessione, riguardante il recupero dell’efficienza nelle professioni, si è ascoltata la relazione di Giorgio De Rita, segretario generale del CENSIS di Roma, che ha illustrato con dati alla mano come il mondo della libera professione sia in qualche modo meno interessante per i giovani, considerando che le nuove tecnologie tendono in generale a eliminare il ruolo degli intermediari, compresi i professionisti. «Stare dentro all’evoluzione digitale», precisa però De Rita, «significa rimanere all’interno del suo serrato schema di sviluppo. Il ruolo del professionista è quello di farsi classe dirigente».  L’ultima tavola rotonda ha visto confrontarsi lo stesso De Rita con Claudio Rorato, Politecnico di Milano e Direttore Osservatori Professionisti e Innovazione Digitale, Antonio Auricchio dello Studio Gianni Origoni, Grippo, Cappelli & Partners, e Andrea Bonechi, Studio ACB Pistoia, che hanno parlato dell’altissima qualità delle risorse umane che è necessaria per l’organizzazione di forme aggregative di successo. Angelo Casò, Presidente di ACBGroup SpA, conclude positivamente i lavori con l’augurio che le tematiche presentate al convegno possano risultare una stimolante proiezione verso il futuro.

 

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