Cna Padova-Rovigo: fiducia nel 2025 per il 45% delle imprese dopo un 2024 negativo

Il centro Studi di Cna Padova e Rovigo ha effettuato un’indagine a campione su 138 imprese associate delle due province. Il tema era indagare l’andamento del 2024 e le prospettive del 2025.

I dati evidenziano che solo il 21,7% dei partecipanti ha ritenuto positivo per la sua azienda il precedente anno, mentre il 40% lo ha definito stabile, ed il restante 38,3% ha visto una contrazione dei principali indicatori. In merito all’anno in corso, invece, il 45% delle imprese si sono palesate fiduciose e positive, seguite da un 40% che prevede un anno di stabilità, e contro un 15% che si aspetta un ulteriore peggioramento.

Luca Montagnin, presidente di Cna Padova e Rovigo, ha dichiarato: “Nonostante le tante nubi all’orizzonte dazi crescita prezzi energia materie prime in aumento ecc, gli imprenditori ancora hanno fiducia e guardano al futuro con convinzione. I nostri artigiani sono gente che non molla mai. Sono una delle parti più vitali della nostra società ma hanno bisogno di un sostegno perché altrimenti la fiducia rischia di trasformarsi in delusione. Ecco perché il governo e gli enti locali devono lavorare insieme alle associazioni di categoria per la crescita del nostro sistema economico favorendo la rimodulazione degli incentivi e dei sistemi di supporto alle imprese che oggi si dimostrano un po’ deficitari”.

Nel 2024, in termini di fatturato, si è registrato un aumento nel 27,7% delle imprese (di molto per il 3,3% e di qualche misura per il 24,7%), è rimasto stabile per il 40,3%, ed è invece diminuito per il 31,7% (di molto per l’11,7% e di poco per il 20%). Le previsioni di aumento per questo 2025 sono però positive per il 31,7% dei campioni, seguite successivamente da un 53,3% che prevede una situazione di stabilità, e da un 15% che non si è dimostrato fiducioso nelle entrate dell’anno corrente.

Tra le principali difficoltà, il tema della scarsità di manodopera (26,9%) emerge come il più significativo, seguito da vicino dalla riduzione degli ordini (24,8%), dall’aumento dei costi energetici (24,3%) e dalla difficoltà di ottenere le materie prime necessarie (20%).

Per quanto riguarda il lavoro, sembra che gli artigiani siano determinati a mantenere un livello occupazionale stabile anche nel 2025: solo il 25,3% prevede riduzioni del personale, il 47,6% si aspetta una situazione di stabilità, mentre il 27,1% delle aziende prevede un aumento del numero di dipendenti. Inoltre, in riferimento alla cassa integrazione, solo il 27,9% del campione prevede di ricorrere a questo strumento, mentre il 72,1% ritiene di non doverne fare uso per quest’anno.

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